Papa Francesco: “Chi fa le guerre non sa dominare le proprie passioni”

Papa Francesco, dalla finestra del palazzo del Vaticano, durante l'omelia dell'Angelus..
Papa Francesco, dalla finestra del palazzo del Vaticano, durante l'omelia dell'Angelus.. ANSA/FABIO FRUSTACI

CITTA’ DEL VATICANO. – La triste vicenda di Iman, la bambina siriana di un anno e mezzo morta assiderata all’alba, tra le braccia del padre che cercava di portarla a piedi in ospedale da un campo profughi improvvisato vicino ad Aleppo, suscita il ricordo commosso di papa Francesco, e l’amara considerazione che “la gente che fa la guerra non sa dominare le proprie passioni”.

Il Papa, all’Angelus domenicale, parte dall’odierno Vangelo sul “discorso della montagna per dire che la Legge va vissuta “come uno strumento di libertà”, che “ci aiuta a non essere schiavi delle passioni e del peccato”: “pensiamo alle guerre – aggiunge quindi -, alle conseguenze delle guerre, pensiamo a quella bambina morta di freddo in Siria l’altro ieri, tante calamità, tante. Questo è frutto delle passioni e la gente che fa la guerra non sa dominare le proprie passioni. Gli manca di adempiere la Legge”.

“Quando si cede alle tentazioni e alle passioni, non si è signori e protagonisti della propria vita, ma si diventa incapaci di gestirla con volontà e responsabilità”, spiega Francesco sul “discorso della montagna”, che – osserva – “affronta l’argomento dell’adempimento della Legge” e aiuta “ad avere un approccio giusto alle prescrizioni dei Comandamenti dati a Mosè”, educando così “alla vera libertà e responsabilità mediante la Legge”.

Su situazioni come l’omicidio, l’adulterio, il divorzio, i giuramenti, ricorda, “Gesù non abolisce le prescrizioni che riguardano queste problematiche, ma ne spiega il significato più profondo e indica lo spirito con cui occorre osservarle”.

“Egli incoraggia a passare da un’osservanza formale della Legge a un’osservanza sostanziale – prosegue il Papa -, accogliendo la Legge nel cuore, che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi. Dal cuore partono le azioni buone e quelle cattive”. “E questo vale per quello che ho detto delle guerre e anche per le chiacchiere, perché la lingua uccide”, sottolinea ‘a braccio’.

Secondo il Pontefice, “accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che, quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali”. Quindi, dice ancora, “si capisce che i desideri vanno guidati, perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene cedere a sentimenti egoistici e possessivi”.

Inoltre, conclude, “si capisce che bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di promesse non mantenute, come anche passare dal divieto di giurare il falso alla decisione di non giurare affatto, assumendo l’atteggiamento di piena sincerità con tutti”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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