Fiasco Bloomberg, Sanders si aggiudica la sfida tv

Il magnate ex sindaco di New York e candidato alla primerie democratiche Michael Bloomberg, para durante l'incontro "Uniti per Mike" al Aventura Turnberry Jewish Center and Tauber Academy in Aventura, Florida.
Il magnate ex sindaco di New York e candidato alla primerie democratiche Michael Bloomberg, para durante l'incontro "Uniti per Mike" al Aventura Turnberry Jewish Center and Tauber Academy in Aventura, Florida. (ANSA-. EPA/CRISTOBAL HERRERA)

WASHINGTON. – I soldi aiutano, ma forse non bastano da soli a vincere le presidenziali. É la lezione che arriva dall’ultimo dibattito tv tra i sei principali candidati dem a Las Vegas, alla vigilia dei caucus di sabato in Nevada.

Finora Michael Bloomberg aveva scalato i sondaggi grazie alla più costosa campagna pubblicitaria della storia americana, quasi mezzo miliardo di dollari, e a brevi discorsi standard letti da un gobbo. Ma quando ieri sera è salito per la prima volta sul palco delle sfide tv senza la rete della sua potente organizzazione è caduto sotto la raffica di attacchi devastanti dei suoi rivali. Il magnate si è difeso poco e male, apparendo impacciato, esitante, a volte persino atterrito con gli occhi sbarrati.

Nelle pagelle del giorno dopo tutti lo indicano come il grande sconfitto, aumentando la confusione nel campo dei moderati. Un coro a cui si unisce volentieri anche Donald Trump: “La performance di mini Mike è forse la peggiore nella storia dei dibattiti, era esitante, goffo e grossolanamente incompetente. Se questo non basta ad eliminarlo dalla corsa nulla ci riuscirà. Non è facile fare ciò che ho fatto io!”, ha twittato, ringraziandolo poi ironicamente per aver detto in passato che è un suo fan e che è “un’icona di New York”.

Tra i perdenti anche la senatrice moderata Amy Klobuchar, che non ha avuto le sue solite zampate. É tornata a brillare invece la senatrice progressista Elizabeth Warren, autrice di assalti contro Bloomberg diventati virali sui social. Ma a vincere è Bernie Sanders, che consolida il suo status di frontrunner. Bene anche l’ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg, sempre brillante nella sua oratoria e capace di mettere in difficoltà la Klobuchar per non aver saputo dire il nome del presidente messicano. Joe Biden è sopravvissuto dignitosamente e, pur non avendo fatto scintille, può ancora sperare di non essere divorato da Bloomberg.

A dare subito il benvenuto al miliardario è stato il senatore socialista, il primo ad accusarlo di razzismo per aver sostenuto quando governava la Grande Mela lo “stop and frisk”, le perquisizioni arbitrarie che discriminavano le minoranze nere e ispaniche. Poi è arrivato il missile della Warren, che ha rinfacciato brutalmente a Bloomberg i suoi commenti sessisti sulle donne e gli accordi di riservatezza per sistemare le accuse di molestie sessuali nell’ambiente di lavoro. “Vorrei parlare di una persona contro cui corriamo: un miliardario che chiama le donne ciccione e lesbiche con la faccia da cavallo. No, non sto parlando di Trump, ma di Bloomberg”, ha incalzato, ammonendo che “i democratici si prendono un grosso rischio se sostituiscono un miliardario arrogante con un altro”.

Legnate anche dagli altri concorrenti. Klobuchar lo ha accusato di nascondersi dietro le sue pubblicità televisive, mentre Biden gli ha rimproverato di usare Obama nei suoi spot ma di aver criticato l’Obamacare. Buttigieg ne ha approfittato per colpire anche Sanders, avvisando che i dem “non dovrebbero scegliere tra un candidato che vuole bruciare il suo partito e uno che lo vuole comprare”. Ma Bloomberg non ha dubbi: “Solo io posso battere Donald Trump e ho l’esperienza per fare il presidente, perché sono stato sindaco della città con più diversità, imprenditore, manager, filantropo. Sanders non ha alcuna chance di riprendere la Casa Bianca”, ha ammonito, accusando il senatore di essere “un socialista milionario con tre case”. Poi però ha dovuto difendersi anche dall’accusa di non aver diffuso la sua dichiarazione dei redditi: “Guadagno molti soldi, occorre molto tempo, non posso andare da Turbotax”, si è giustificato.

Oggi, a bocce ferme, ha commentato: “Il vero vincitore del dibattito di ieri è Trump. Io sono salito sul palco con un gruppo di politici. Loro hanno parlato, perché è quello che sono bravi a fare, io ho costruito. É quello che farò per l’America”. La corsa continua.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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