In un anno quindicimila persone scomparse, 61mila invisibili

In un anno quindicimila persone scomparse
In un anno quindicimila persone scomparse

ROMA. – Nel 2019 sono state 15.044 le denunce per persone scomparse. Quasi 10mila sono state poi rintracciate, e 227 ritrovate senza vita; 5mila, invece, vanno ad ingrossare le fila dei 61mila “invisibili”. Come Francesca Caputo, una mamma scomparsa di casa nel 1997, ai cui figli a distanza di oltre 20 anni piace pensare che sia “da qualche parte nel mondo, felice e spensierata”.

Il 12 dicembre, giorno in cui si sono perse le sue tracce, è diventata la ‘Giornata degli scomparsi’. La sua storia è citata nella relazione annuale dell’ufficio del Commissario straordinario per le persone scomparse, che il prefetto Giuliana Perrotta ha illustrato alla Camera.

“Il mio auspicio è che ciascuno cittadino possa sentirsi parte attiva”, ha detto il viceministro Vito Crimi, commentando i dati, “possa contribuire a una società attenta, solidale e accogliente, in cui sempre meno siano le persone che hanno bisogno di sparire e sempre meno siano le persone che scompaiono”.

E’ un fenomeno dai molti aspetti: delle 15mila denunce di scomparsa, 4.776 riguardano donne, 8.331 i minori, circa mille sono over 65. Gli italiani sono 7.935, gli altri 7mila stranieri. Non a caso, il fenomeno ha cominciato ad avere una dimensione numerica rilevante con l’aumento dei flussi di migranti e le denunce di scomparsa di minori stranieri non accompagnati. Con il calo degli arrivi, stanno calando anche le denunce, che lo scorso anno sono state 3mila meno di quello precedente.

Delle 61mila persone mai ritrovate dal 1974 a oggi, 9.959 sono italiani, di questi 2.551 minori. “Sono tanti i casi, diversi uno dall’altro, su ognuno di loro vogliamo richiamare l’attenzione – ha sottolineato il prefetto Perrotta -. Una problematica così complicata richiede un approccio empatico, in primo luogo con i familiari degli scomparsi: assicurare loro che nessuna denuncia verrà archiviata”.

L’allontanamento volontario è il motivo principale nelle denunce (circa il 75% dei casi). “Bisogna capire che dietro una scomparsa c’è un nodo, che va sciolto” già da quel momento, sottolinea il commissario: “Qualificare la scomparsa di una persona come volontaria può essere un comodo alibi, mentre poi l’esperienza ci ha detto che i motivi sono diversi”.

Un ultimo dato indicato nella relazione è quello sui cadaveri non identificati: dal 1974 a oggi ne sono stati censiti 918. Il 12 dicembre è stato anche pubblicato online il registro nazionale aggiornato: chiunque può consultarlo per dare un’identità a questi morti senza nome.

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