Trump attacca l’ Oscar vinto da “Parasite”: “É sudcoreano”

L'attore Brad Pitt (S) el il presidente statunitense Donald Trump (D) in una composizione grafica.
L'attore Brad Pitt (S) el il presidente statunitense Donald Trump (D) in una composizione grafica. (ANSA)

WASHINGTON.  – Stavolta, sotto i colpi della dottrina dell’America First di Donald Trump, finisce la notte degli Oscar. E sì, perché il tycoon appare ancora incredulo che a vincere la statuetta più ambita, quella del miglior film, sia stata per la prima volta nella storia una pellicola straniera, non in lingua inglese. “Che diavolo! Un film sudcoreano… non era mai successo!”, ha detto di Parasite, del regista Bong Joon Ho, scatenando un’ondata di indignazione ma anche di ironie social.

Scatenato più che mai, nel pieno del bagno di folla di uno dei suoi comizi elettorali, il tycoon si è inebriato per l’ovazione dei suoi fan e per i buu rivolti all’Academy e ai vincitori dell’ultimo premio Oscar. Compreso quel Brad Pitt (miglior attore non protagonista quest’anno) che sul palco degli Award aveva osato criticare il presidente sostenendo il suo impeachment: “Non mi è mai piaciuto, non sono mai stato un suo fan… è un piccolo saputello”, la stoccata di The Donald che da quella sera se l’era legata al dito. E giù un’altra bordata di fischi per il bel Pitt che per ora non risponde.

“Quanto ha fatto male l’Academy Awards quest’anno… Abbiamo avuto tanti problemi con la Corea del Sud per il commercio, e loro l’hanno premiata con il miglior film dell’anno. É stato giusto? Non lo so, non lo so…”, ha attaccato il presidente, indifferente al rischio di creare un incidente diplomatico con Seul. E lasciando intendere come lo slogan “Make America Great Again” significhi anche sbarazzarsi della Hollywood di oggi, quella che strizzava l’occhio a Barack Obama e che lui invece non ha mai sopportato perché troppo ostile nei suoi confronti.

“É ora di tornare ai classici dell’epoca d’oro di Hollywood – ha aggiunto quindi Trump – Possiamo tornare per favore a Via col Vento? Possiamo tornare a Viale del Tramonto?”.

La replica degli studi di Neon, la società sudcoreana che ha prodotto il capolavoro Parasite, non si è fatta attendere ed è arrivata, ironica, via Twitter: “É comprensibile, Trump non sa leggere”, la frecciata riferita ai sottotitoli del film tutto recitato in sudcoreano. A seguire l’hastag #Bong2020, il nome del regista. Dello steso tono la reazione del partito democratico: “Il film Parasite è un film straniero su come gli ultraricchi siano ignari dei sacrifici della classe lavoratrice, e richiede due ore di lettura dei sottotitoli. Ecco perché Trump lo odia!”

Ma sui social media è un fiorire di battute e attacchi al tycoon. “Nel caso Trump lo abbia scordato la Corea del Sud è tecnicamente un nostro alleato, la Corea del Nord no… anche se lui sembra vedere le cose diversamente”. Il richiamo a Via col Vento poi – film icona della cinematografia Usa ma anche pieno di stereotipi dell’epoca della schiavitù e di falsi miti della Guerra Civile – viene visto da qualcuno come un velato messaggio di tipo razzista. “Trump si lamenta di Parasite che ha vinto l’Oscar? Io sono più triste che un parassita abbia vinto la Casa Bianca”, il commento dell’attrice e cantante Bette Midler, due volte candidata all’Oscar.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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