Marta Simonetti: “Tutto ciò che dobbiamo sapere sul cambiamento climatico”

LONDRA – La Terra sta soffrendo: aumenti delle temperature, fenomeni climatici insoliti e dalle conseguenze a volte devastanti. La crisi dell’ambiente sembra aver assunto dimensioni gigantesche e, secondo alcuni, ci troviamo di fronte alla più grande sfida che l’umanità abbia mai dovuto affrontare.

Per cercare di comprendere meglio la questione, davvero complessa, abbiamo incontrato Marta Simonetti, esperta di clima ed ambiente. Prima di fondare “Globalfields Ltd”, società di consulenza nata nel 2017 e specializzata in lavori di finanza verde (“green finance”) e leadership sostenibile, per molti anni Simonetti ha lavorato nella City di Londra, iniziando nel marketing per poi approdare nel settore bancario di transizione, presso la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo.

Le chiediamo, innanzitutto, di spiegarci il significato di due espressioni che negli ultimi anni ricorrono sempre più di frequente: “riscaldamento globale” e “cambiamento climatico”.

– La scienza del clima è un aspetto importante del nostro lavoro nella green finance in quanto ci fornisce la prova dei fattori antropogenici (cioè il ruolo dell’uomo) nel riscaldamento della temperatura rispetto ai normali modelli di cambiamento – ci dice -. In particolare, il riscaldamento globale si riferisce all’aumento a lungo termine delle temperature medie del sistema climatico terrestre, osservato a partire dal periodo preindustriale (tra il 1850 e il 1900) a causa di attività umane: principalmente combustione di fossili, rapida urbanizzazione e perdita di ecosistemi. Con il passare del tempo, questi fattori hanno causato l’aumento dei livelli di gas serra, che intrappolano il calore nell’atmosfera terrestre. Osservando le temperature tra il 1880 e oggi, possiamo vedere che i dieci anni più caldi in assoluto si sono registrati negli ultimi 17 anni, con picchi altissimi nel 2016, 2019 e 2015. Vi è molta convergenza su questi dati tra le principali organizzazioni di ricerca, tra cui la NASA, l’Hadley Center for Climate Science, British Antarctic Survey e l’Oceanic National Oceanic and Atmospher Administration. A causa di questo cambiamento delle temperature (riscaldamento globale), stiamo osservando anche delle nuove situazioni meteorologiche che sono rimaste in vigore per un lungo periodo e non possono più essere considerate eventi isolati. Queste situazioni di durata nel sistema climatico terrestre rientrano nella definizione di cambiamento climatico. Ad esempio, stiamo vivendo un numero crescente di eventi meteorologici estremi, come tempeste violente, modelli di precipitazione pesanti o irregolari, inondazioni senza precedenti, ondate di calore più frequenti e di più lunga durata, siccità.

 Una situazione inquietante; eppure, nel 2020 e con tutte le ricerche disponibili sull’argomento, ci troviamo ancora di fronte a un gran numero di negazionisti. Come è possibile? Dobbiamo credere a Greta Thunberg oppure a Donald Trump? Marta Simonetti ha le idee chiare:

 – Trovo che il messaggio di Greta sia molto potente, perché sta davvero cercando di ottenere ciò che noi (la generazione più anziana) non abbiamo fatto abbastanza in fretta: cioè portare a un cambiamento sistemico in tutti i settori. Una crisi come quella a cui stiamo assistendo ora è davvero senza precedenti. Pensiamo agli incendi boschivi in ​​Australia, al giorno di Natale senza neve a Mosca o alle attuali temperature sopra la media in Inghilterra, seguite da tre fine settimana di tempeste, piogge torrenziali e allagamenti. Tali ricorrenze erano eventi rari e anormali. Ora questa è la nuova normalità. Greta direbbe: ‘la tua casa è in fiamme’. E giustamente, perché non possiamo più pensare che questi siano problemi remoti che non ci influenzeranno. Eppure… ogni crisi pone quesiti fondamentali, e il modo in cui rispondiamo a tali quesiti, le motivazioni che si nascondono dietro le nostre risposte sono i veri catalizzatori per il cambiamento. Penso che questo sia il momento giusto per accelerare notevolmente l’azione per il clima e l’ambiente. La nostra consapevolezza e conoscenza del problema sono aumentate, perché il problema è così evidente che non possiamo allontanarcene: per il nostro futuro, il futuro dei nostri bambini e dell’umanità, per la salute e la conservazione dei sistemi terrestri, dobbiamo scegliere l’azione per il clima!.

Viene da chiedersi se non sia troppo tardi per prevenire il cambiamento climatico. Per Marta Simonetti, bisogna agire in fretta.

– I cambiamenti climatici stanno già avvenendo – avverte -. Quello che possiamo fare ora è assicurarci di ridurre le emissioni e velocemente. In alcuni casi abbiamo compiuto utili progressi, ad esempio nella riduzione dei clorofluorocarburi per rallentare l’esaurimento dell’ozono stratosferico, ma in altre aree, vale a dire i cambiamenti climatici e l’integrità della biosfera, potremmo aver già superato i limiti. Cosa significa questo? Ci stiamo avvicinando rapidamente a un punto di non ritorno, al di là del quale alcuni cambiamenti possono diventare irreversibili, come lo scioglimento dei ghiacci nelle regioni polari, con conseguenti aumenti del livello del mare, o la perdita di ecosistemi. Alcune persone potrebbero trovare irrilevante l’estinzione di certe specie o potrebbero rimanere impassibili di fronte ad un’emergenza a migliaia di chilometri di distanza da casa. Tali eventi, tuttavia, non sono affatto irrilevanti, poiché gli ecosistemi sono interconnessi: i confini planetari sono interconnessi. L’equilibrio sta proprio nel capire che siamo tutti parte di un unico sistema e che questa interconnessione è reale.

E prosegue, fornendoci alcuni esempi pratici dei cambiamenti-chiave che possiamo apportare alla nostra vita:

– Bisogna iniziare da quelli che, apparentemente, possono sembrare dei piccoli gesti, come ad esempio scegliere un fornitore di energia rinnovabile, ridurre il consumo di carne, ridurre gli sprechi alimentari, acquistare prodotti sfusi e non imballati, aumentare l’efficienza energetica (ad esempio spegnendo tutte le luci, oppure attraverso l’illuminazione naturale, con finestre e pareti ‘efficienti’), utilizzare  servizi di condivisione anziché possedere un prodotto (ad esempio il “car sharing”), partecipare alle attività di sostenibilità organizzate nella propria area, utilizzare i mezzi pubblici per spostarsi, votare per quei candidati che hanno un chiaro programma a favore del clima e della sostenibilità. Credo che il nocciolo della questione – conclude – sia quello di diventare tutti un po’ più consapevoli e agire di conseguenza. Sento troppo spesso le persone affermare: “come può una persona fare la differenza?”. Bene, innanzitutto possiamo informarci per capire cosa possiamo fare, sia come individui che come parte di una comunità, e per agire non come singoli ma come parte del genere umano. Mentre ci prepariamo per la prossima “Conferenza delle Parti” (COP26), organizzata congiuntamente dal Regno Unito e dall’Italia e che si terrà a Glasgow nel novembre 2020, possiamo cogliere l’occasione per saperne di più su ciò che sta accadendo e diventare attori e protagonisti del cambiamento.

Stefania Del Monte

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