Pio XII: le prime carte degli archivi confermano gli aiuti agli ebrei

Pio XII in una foto di archivio rilasciata il 2 marzo 2019 da Vatican Media,
Pio XII in una foto di archivio rilasciata il 2 marzo 2019 da Vatican Media, Roma. ANSA/VATICAN MEDIA

CITTA’ DEL VATICANO. – Tra le carte della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, relative al pontificato di Pio XII e già fruibili in formato elettronico, spiccano i fascicoli sugli “Ebrei” con 4.000 nomi. Mentre monsignor Ottaviani forniva falsi certificati ai perseguitati.

Lo anticipa sui media vaticani Johan Ickx, direttore di quell’archivio storico, nel giorno dell’apertura agli studiosi degli archivi vaticani su papa Pacelli. Tra le serie archivistiche tradizionali, riferisce Ickx, con denominazione della nazione cui fanno riferimento le carte lì contenute, salta all’occhio la serie archivistica “Ebrei”, 170 fascicoli contenenti la storia di circa 4.000 nomi.

Tra questi c’è una maggioranza di richieste per aiuto da parte di cattolici di discendenza ebraica, ma non mancano i nomi di ebrei. Vi si trovano personaggi talvolta inaspettati: si è rivolto alla Santa Sede il giovane ricercatore di studi umanistici Paul Oskar Kristeller, uomo di fama mondiale per gli studi umanistici, anche se poi nella sua cartella rimane oscurato/sconosciuto l’impegno dato per la sua fuga dall’Europa verso gli Stati Uniti.

Ma anche Tullio Liebman, considerato il fondatore della “Scuola processualistica di Sao Paulo” e nel dopoguerra professore di fama mondiale alle università degli studi di Pavia, Torino e Milano, fu aiutato e trovò, grazie all’impegno dei collaboratori stretti di Pio XII, la via di fuga verso il Sudamerica.

“Ci vorrà del tempo per ricostruire l’atmosfera e l’ambiente in cui queste azioni ebbero luogo. Ma almeno lo studioso potrà aprire altre serie, come per esempio Italia 1352b, dove troverà il fascicolo ‘Accuse contro Monsignor Ottaviani di aver concesso documenti falsi ad ebrei e di averli ricoverati in edifici extraterritoriali'”, spiega l’archivista.

Oltre a questa serie, quasi tutte quelle con denominazione di nazioni contengono altre carte con richieste di perseguitati ai quali servivano documenti, viveri e aiuto pratico per poter sfuggire dal sistematico progredire del veleno razzista.

“Le carte evidenzieranno quanti e quali sforzi siano stati fatti per cercare di rispondere alle suppliche per la salvezza dei perseguitati e dei bisognosi in pericolo di vita, come emergerà sicuramente anche l’odio del nazismo nei confronti della Chiesa cattolica e del Papa stesso. Al contempo risulterà altrettanto evidente l’opposizione e la contrarietà di molti Stati di aprire le frontiere a tanti bisognosi”, sottolinea Ickx.

Spesso, prosegue, lo studioso potrà incrociare qualche nuovo documento su singoli eventi storici, come quello del 16 ottobre 1943 e la deportazione degli Ebrei di Roma: “La commovente lettera indirizzata a Papa Pio XII da alcuni ebrei mentre erano detenuti dalle SS e Gestapo nel Collegio Militare di Palazzo Salviati in Via della Lungara è già stata pubblicata da diversi autori (Kuehlwein, Riccardi).

Potrebbe attirare l’attenzione dello studioso attento il foglio con il Presseservice di Washington del 20 ottobre che informa che ‘nella notte del 15-16 ottobre un numero considerevole di Ebrei sono stati arrestati in varie parti di Roma (stop) dopo essere stati tenuti 24 ore nel collegio militare sono stati trasportati ad una destinazione sconosciuta (stop) è detto qui che la Santa Sede si è interessata che simili accaduti non si ripetono e in favore di casi particolari'”.

In tal caso è la nota in margine di un giorno dopo con la tipica grafia pacelliana che apre una nuova finestra interpretativa: “è prudente che Presseservice mandi queste notizie?”, scrisse Pio XII, ben consapevole che non giovava svegliare i cani che dormono, soprattutto non i nazisti, per azioni umanitarie che partivano dal Palazzo Apostolico.

Con un “No davvero” secco e deciso scritto da mons. Tardini, segretario della Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, è evocata la linea dell’assoluta discrezione da parte della Santa Sede sul suo operato. Resta molto critico, tuttavia, il giudizio del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.

“È molto sospetto questo sensazionalismo, con i fascicoli già pronti e le conclusioni facili proposte sul vassoio. Ma basta poco per rendersi conto che già le scarse rivelazioni si riveleranno un boomerang per gli apologeti a ogni costo. Si vede chiaramente che non ci fu volontà di fermare il treno del 16 ottobre e che gli aiuti furono ben mirati a tutela dei battezzati”, dice all’ANSA.

Per Ickx, molto peculiari sono anche i volumi del Sare, Servizio Ascolto Radio Estere: dal 1943 fino al 1954 un gruppo di religiose ascoltavano e trascrivevano i programmi delle principali radio, fornendo ai superiori della Segreteria di Stato notizie fresche su scala mondiale.

E poi, fra tante carte, spuntano delle piccole sorprese. Chi avrebbe pensato che il capitano inglese Evelyn Waugh, celebre autore del romanzo ‘Brideshead revisited’, sarebbe stato non solo un portalettere ma una fonte di raccomandazioni per la Santa Sede circa la situazione della Chiesa cattolica in Jugoslavia nel dopoguerra?

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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