Come salutarsi in tempo di Coronavirus: Conservatorio detta le regole

Come salutarsi in tempo di coronavirus.
Come salutarsi in tempo di coronavirus. (greenMe)

ROMA. – Niente strette di mano, ma magari un semplice sfiorarsi come in un gioco ad incastro. Basta abbracci e effusioni a stretto contatto ma solo baci a distanza. E mantenere sempre la giusta distanza quando si parla con qualcuno, senza mai eccedere nemmeno nei toni.

Il Conservatorio di Sassari coglie l’ occasione dell’emergenza Coronavirus per dettare delle regole di bon ton da applicare nei rapporti tra tutti quelli che a vario titolo frequentano i suoi spazi. Il presidente del Luigi Canepa di Sassari, Ivano Iai, non si è infatti limitato a sospendere le lezioni sino al 15 marzo, in attuazione del decreto varato dal Consiglio dei ministri.

Ma con il decreto con cui ha fissato lo stop è andato oltre perché spiega “Il Governo ha solo disposto il divieto di contatto, ma non ha chiarito come ci si debba salutare o interloquire e ciò può generare disagio o imbarazzo nelle persone che si incontrano e colloquiano”.

Così alla norma sulla sospensione ha aggiunto un altro articolo: “a chiunque presti servizio, assolva ai doveri di studio, collabori o frequenti, a qualsiasi titolo, gli ambienti del Conservatorio è vivamente raccomandato di trascurare le forme di interlocuzione e di saluto tradizionali (quali la stretta di mano o l’abbraccio) con preferenza di quelle, anche eventualmente nuove ovvero non convenzionali che, nel rispetto della dignità della persona umana, siano tali da evitare il contatto e la prossimità fisica tra presenti”.

“Da una vicenda così drammatica dobbiamo cogliere l’occasione per modificare i nostri stili di vita. Spesso esageriamo nei nostri comportamenti, siamo troppo vicini tra noi. Ora abbiamo l’occasione di rimodulare i nostri contatti con gli altri, che vuole dire anche usare un tono pacato nelle conversazioni”.

L’iniziativa è piaciuta agli studenti, che oggi sono rimasti a casa ma non hanno rinunciato a vedersi: “so che stanno cominciando ad abituarsi al nuovo stile di interazione umana dettato dall’emergenza e a sostituire la stretta di mano e i tradizionali baci sulle guance con segni analoghi, ma rigorosamente a distanza”.