Spagna, domani sarà decretato lo “Stato di Allarme”

MADRID – Il Governo Sánchez, dopo un lungo Comitato Interministeriale sul Coronavirus, ha annunciato alla nazione che domani, una volta approvato nel corso di un Consiglio dei Ministri Straordinario, entrerà in vigore lo “Stato di Allarme”. Al lungo dibattito nel Comitato Interministeriale telematico hanno partecipato il ministro della Sanità, Salvador Illa; la vicepresidente, Carmen Calvo; il vicepresidente, Pablo Iglesias e i ministri María Jesús Montero, José Luis Ábalos, José Manuel Rodríguez Uribes, Arancha González Laya e Fernando Grande-Marlaska. Nel Comitato Interministeriale si sarebbero affrontate due correnti opposte: quella che premeva per l’applicazione immediata di provvedimenti radicali e quella invece che proponeva la gradualità.

È la seconda volta, nella storia democratica spagnola, che un governo decreta lo Stato di Allarme. La prima fu nel 2010, in occasione dello sciopero degli operatori delle Torri di Controllo.
Lo Stato di Allarme è regolato dall’Art. 116 della Costituzione e dalla “Ley Orgánica 4/1981 del primo di giugno. Questa disciplina lo “Stato di Allarme”, lo “Stato d’Eccezione” e lo “Stato d’Assedio”. Lo “Stato di Allarme” è il provvedimento meno rigoroso. In effetti, non sospende i diritti fondamentali come quello di riunione e di espressione.
Lo “Stato di Allarme” dota al governo della prerogativa di:
1) Limitare la circolazione o permanenza di persone o veicoli in determinate ore e in luoghi specifici, o le condiziona a determinati requisiti.
2) Autorizzare, qualora si ritenesse necessario, il sequestro temporale di ogni tipo di bene e permette di imporre prestazioni personali obbligatorie
3) Occupare transitoriamente, informando i ministeri competenti, industrie, fabbriche, laboratori artigianali di qualunque indole, ad eccezione dei domicili privati.
4) Limitare ed ottimizzare l’uso dei servizi e il consumo degli articoli di prima necessità
5) Ordinare le azioni pertinenti per assicurare il rifornimento dei mercati e il funzionamento dei centri di produzione.
Il provvedimento, che era stato chiesto già dai partiti di opposizione, permetterebbe anche di rinviare le elezioni previste il 5 agosto in Galicia e nel Paese Vasco.

Redazione Madrid

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