Il Coronavirus sospende i sogni Erasmus e studi all’estero

Participanti del programma di scambio di studenti europei "Erasmus" posano per una foto.
Participanti del programma di scambio di studenti europei "Erasmus" posano per una foto. (west-info.eu)

ROMA. – Caterina è in arrivo in Italia da Londra, Sofia prenderà domani l’ultimo volo della giornata da Parigi, Veronica è rientrata da Madrid già qualche giorno fa. Sono i tanti ragazzi e ragazze italiane che fino a oggi si sentivano cittadini d’Europa e del mondo, che avevano scelto di frequentare l’università all’estero o anche solo fare una esperienza con Erasmus. Parlano tre-quattro lingue, sono studenti apprezzati, e a 20 anni se la cavano con bollette e spesa da fare.

Oggi molti di loro sono negli aeroporti delle città d’adozione in attesa di un volo, da molti Paesi sono gli ultimi, che li riporti in Italia, in famiglia, per non vivere da soli l’emergenza coronavirus. Gli studenti italiani in Europa in questi giorni, anche grazie ai social, si sono fatti forza tra di loro. È una situazione, quella dell’Italia, che li tocca da vicino.

Aggiornati sui notiziari italiani, si sono scambiati informazioni, mentre gli studenti ‘locali’ continuavano ad essere tranquilli. “Sembrava quasi che fossimo i fortunati, quelli fuori dalla zona rossa che possono tirare un sospiro di sollievo. Ma la verità è che non ci sentiamo al sicuro”, afferma Marco un ragazzo italiano iscritto in un ateneo della capitale francese.

“Il professore di tedesco oggi ci ha salutato e ci ha detto che non si sa quando l’Università riaprirà”, racconta Sofia che frequenta Lingue alla Sorbonne di Parigi. L’ultima lezione dopo il discorso alla nazione di Emmanuel Macron che ha deciso la chiusura, da lunedì, di scuole e università.

“La situazione fino a qualche giorno fa sembrava normale. L’unica indicazione era fare lezione con le finestre aperte e non stringersi le mani. Ci salutavamo toccandoci il gomito, ridendo. Ma nelle ultime ore abbiamo capito che c’è poco da ridere. L’amuchina è introvabile. Parto per Roma ma lascio tutto al foyer, spero di tornare presto”.

Stesso scenario a Madrid dove, in una università, già c’è stato un caso di Covid-19 e “Veronica – racconta il padre, Francesco – è rientrata in Italia già qualche giorno fa. Per precauzione è in auto-isolamento, in un’altra casa, ma è qui”.

Caterina studia Storia al King’s College di Londra. “Da un giorno all’altro siamo passati dalla spensieratezza più totale all’allarme. Nella mia università hanno comunicato che le date di esame sono annullate perché verranno fatti con altre modalità. Londra è casa mia ma questi momenti sono da vivere in famiglia”.

Un po’ in ordine sparso nella capitale britannica alcune università hanno chiuso e altre no. Ma per chi vuole tornare in Italia la decisione deve essere presa rapidamente perché saranno chiusi i voli e gli ultimi disponibili hanno prezzi da capogiro. Da Londra sta partendo anche Marco, verso la Val Sesia. Un ritorno a slalom, via Ginevra, poi Marsiglia, dove il papà lo andrà a prendere in automobile.

Prepara le valige nello studentato di Utrecht, nei Paesi Bassi, Silvia. Nata in Italia, genitori peruviano e argentina, “ovunque vado sono straniera”, dice scherzando. Parla spagnolo, italiano, francese, tedesco, e studia Economia in inglese. E’ cittadina del mondo ma ora vuole tornare a ‘casa’, a Roma. “Gli studenti fuori sede stanno andando via tutti, spero di trovare un volo, non troppo costoso, anch’io”.

(di Manuela Tulli/ANSA)