Omar “pulpo” Colmenares, il portiere che fermó il Napoli a Valencia

CARACAS – Anche se la nazionale venezuelana non si é mai qualificata per un mondiale di calcio per adulti, in questa terra sono tanti i portieri che hanno lasciato il segno, com’é il caso di Gilberto Angelucci, Alain Baroja, Vito Fasano, Eddy García, il più recente Wuilker Fariñez. Ma a questa lista bisogna aggiungere, Omar Colmenares, che dopo un’amichevole contro il Napoli si guadagnò il soprannome di “Pulpo” grazie ai suoi interventi felini.

Questo campione, quando era un ragazzino divideva le sue energie tra il baseball ed il calcio. “Uscivo al mattino per giocare pelota e poi nel pomeriggio era il turno della palla a chiazze. Ricordo che non tornavo a casa neanche per mangiare, sennò papá non mi faceva uscire per giocare a calcio”.

Quando era il turno della “pelota”, Omar giocava come ricevitore, un ruolo che richiede grandi riflessi. L’amore per la palla a chiazze nasce grazie alle denominate “caimaneras” (tradizionali partitelle che si giocano con gli amici). Ma gli inizi di Colmenares nel mondo del calcio non sono in porta, ma a centrocampo. Il portiere di quella squadra era suo fratello, Enrique, che poi aveva lasciato il Venezuela per andare a studiare in Italia lasciando la sua squadra senza estremo difensore. A causa di quella defezione Omar eredita il posto del fratello  e nacque l’idilio tra Omar e la porta.

Quando lo abbiamo incontrato ci racconta com’erano le sue giornate nella sua Maracay. “Io sono nato e cresciuto nel rione Calicanto. Giocavo sempre con i miei amichetti a pelotica de goma (una sorta di baseball con una palla piú morbida), mentre per giocare  calcio usavamo qualsiasi lattina che trovavamo per strada. I miei compagni di gioco erano Ruben Mariño, Héctor Nunéz, i fratelli Tabares, i fratelli Guerrero ed i fratelli Bustamante”.

Poi nello stato Aragua arrivò dalla capitale venezuelana l’imprenditore Trino Flores, que voleva incrementare la pratica del calcio nella “ciudad jardín”.

“Noi giocavamo in un terreno che era nei pressi del Liceo Agostino Codazzi, ed alcune volte utilizzavamo anche i terreni del rione El Hipodromo o in un terreno La Ganadería. Questo signore fondó diverse squadre tra cui Loteria de Aragua, Santa Teresa e T6 ed altri. Queste squadre giocavano a Calicanto”.

Grazie alle sue abilità in porta Omar Colmenares, ha difeso la maglia della “Selección” dello stato Aragua in diverse edizioni dei “Ncionales Juveniles”. Durante i giochi Maracaibo 1962, fu visionato da Rafael Franco, allora allenatore della Vinotinto, che lo invitó ad uno stage con la nazionale.

“A quei allenamenti abbiamo partecipato tre ragazzi dello stato Aragua: Ramón Ghersi, Octavio de Suze ed io. Tutti i miei paesani siamo stati convocati poi per il Sudamericano giovanile che si é disputato in Colombia dove abbiamo chiuso il torneo con uno score di tre pareggi e tre sconfitte. In quell’edizione ci siamo distinti con un’ottima prestazione e tutti ce lo hanno riconosciuto”.

L’esordio in Primera División avviene con il Deportivo Portugués. “C’é stato un periodo che facevo il percorso Maracay – Caracas e Caracas – Maracay tutti i giorni. L’unico giorno che non tornavo a casa e restavo nella capitale era il sabato per scendere in campo la domenica. Questo va e vieni l’ho fatto durante un anno”.

Nel 1964, il Deportivo Portugués vinse il campionato e stabili un primato di 28 vittorie. Ma nonostante lo scudetto Omar deve abbandonare la squadra lusitana e rientrare a Maracay su richiesta del padre che non voleva per suo figlio una vita da calciatore.

“A Maracay, ho giocato nel campionato dilettanti con il Consorcios. Poi il Tiquire Flores mi vorrebbe in squadra, ma il mio cartellino era ancora in mano al Deportivo Portugués e non mi permisero di giocare con la squadra di Maracay. Alla fine tutto si é sistemato.

“Il mio amico Silvio Leite, ha messo una buona parola con Bela, che in quel momento era alla guida del Valencia Fútbol Club. Leite sapeva che il suo connazionale aveva bisogno di un portiere e gli fece il mio nome. Sono venuti a vedermi giocare Gaetano Furnari, Pascualino De Fusco e poi sono venuti a casa per farmi firmare il contratto. Dopo due giorni di allenamento con il Valencia sono partito subito titolare”.

In carriera, “el pulpo” ha difeso anche le maglie di Deportivo Galicia ed Estudiantes de Mérida. Senza dimenticare le esperienze con quella della Vinotinto.

“Ho avuto l’onore di difendere la maglia della nazionale dal 1964, sono stati 15 anni di carriera con la Vinotinto. Ricordo la prima vittoria ottenuta in una Coppa America contro la Bolivia (3-0 n.d.r.), ero tra i convocati della Coppa Internazionale in Brasile, in un torneo ad inviti in Jugoslavia. Ho anche partecipato alle qualificazioni per il mondiale Messico ’70, mentre per Spagna ’82 ero il preparatore dei portieri”.

ritaglio di giornale di Colmenares.

Ma tra le prestazioni più ricordate di Omar Colmenares é quella contro il Napoli, quando giocarono sul campo del Misael Delgado di Valencia.

In Venezuela la formazione partenopea, che allora era allenata dall’italo-argentino Bruno Pesaola, partecipò alla “Copa Pre-Ferias de Venezuela”. La gara andò in scena il 1º luglio 1967 sul campo del Misael Delgado della città di Valencia.

Nella rosa del Napoli spiccavano i nomi dei seguenti campioni: Claudio Bandoni, Flavio “Cuore Matto” Emoli, Dino Panzanato, Romano Micelli, Antonio Girardo, Surtini, Cané, Benitez, José Altafini, Francesco Volpato, Antonio Angelillo, Vavá ed altri campioni.

Stando alla cronaca dell’epoca, la gara deluse le aspettative. I padroni di casa ressero alla perfezione gli attacchi della squadra campana. Tra i protagonisti della formazione creola ci fu il portiere Colmenares. Grazie alla sua prestazione, l’estremo difensore del Valencia fu tra i più applauditi dal pubblico che gremì le gradinate dello stadio della città industriale del Venezuela. Quel giorno, il giornalista Francesco Silvino creò per lui il nomignolo di “Pulpo” e poi fu sempre chiamato affettuosamente cosí.

In carriera, Omar Colmenares, ha anche stabilito un primato d’imbattibilità con 800 minuti senza subiré reti, poi il suo record  é stato poi battuto da Daniel Nikolc, quando giocava nel Maritimo.

Appesi gli scarpini al chiodo é diventato allenatore e sono stati suoi alunni Vicente e Renny Vega. Poi é stato anche il preparatore dei portieri della Vinotinto femminile Under 20 durante la direzione di Kenneth Zseremeta. Con questa nazionale si é qualificato per i mondiali in Costa Rica e Giordania.

(di Fioravante De Simone)