Arriva gelata economia mondiale. Moody’s. “Uno tsunami”

Un impianto della Volskswagen in Zwickau, Germania.
Un impianto della Volskswagen in Zwickau, Germania. (ANSA/EPA)

MILANO.  – La gelata provocata dal coronavirus sull’economia è arrivata. Le anticipazioni flash sugli indici pmi compositi di marzo, che misurano l’andamento dei comparti dei servizi e manifatturiero, hanno registrato crolli record ovunque, dando evidenza ai primi sintomi della recessione in cui sta precipitando l’economia mondiale.

Il pil globale, secondo le ultime stime di Moody’s Analitycs, potrebbe contrarsi dello 0,4% nel 2020, sotto il peso della frenata degli Usa (-0,5%), della Gran Bretagna (-1,3%), dell’Eurozona (-2,7%) e della Cina (+1,7%).

Ancor più pesimista S&P Global Ratings, che ha raddoppiato le stime di decrescita rilasciate solo una settimana fa: “l’enorme colpo all’economia mondiale” causato dal coronavirus provocherà una contrazione di “almeno” il 12% del pil Usa nel secondo trimestre, accompagnata da un calo “anche nel primo”, e una flessione “simile” a quella americana della crescita europea nel primo semestre dell’anno.

“Covid-19 ha creato uno tsunami economico mondiale” portando “significative parti dell’economia prima asiatica e ora europea e statunitense vicine alla chiusura. Altra sofferenza finanziaria sta arrivando velocemente mentre i tagli al personale crescono, le imprese riducono gli investimenti e i risparmi pensionistici evaporano” ha dichiarato il capo economista di Moody’s, Mark Zandi.

In Cina, dove il peggio sembra alle spalle, Moody’s rileva che il Pil è collassato del 27% nel primo trimestre, negli Usa e in Europa, dove il “picco” del contagio economico è atteso nel secondo trimestre, l’attesa è per un calo, rispettivamente, del 4,9% e del 7,4% tra aprile e giugno.

Segnali della “gelata” arrivano dagli indici pmi, che misurano l’attività economica sulla base delle indicazioni dei responsabili degli acquisti delle imprese. Le stime flash per il mese di marzo hanno registrato crolli generalizzati in tutto il mondo, con gli indici compositi ai minimi storici negli Usa, nell’Eurozona, in Gran Bretagna, in Francia e in Australia. In Giappone si è registrato il calo più marcato dallo tsunami del 2011 mentre in Germania il crollo record ha riportato l’indice ai minimi dal 2009. Ovunque i livelli si sono inabissati sotto quota 50, che segnala l’ingresso in una fase di contrazione dell’economia.

Negli Usa il pmi è crollato a 40,5, dal 49,6 di febbraio. Nell’Eurozona si sono persi 20 punti, da 51,6 a 31,4: “un crollo senza precedenti” evidenzia Markit, in un un clima di “pessimismo record” per il futuro mentre l’occupazione ha vissuto il mese più nero “da luglio 2009”.

(di Paolo Algisi/ANSA)

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