Coronavirus: carcere per chi ha virus e viola la quarantena

Un Carabiniere controlla l'autocertificazione di cittadino a Corsico, vicino Milano.
Un Carabiniere controlla l'autocertificazione di cittadino a Corsico, vicino Milano. ANSA/ SERGIO PONTORIERI

ROMA. – Multe da 400 a 3000 euro per tutti coloro che violino le disposizioni anti contagio e carcere da a uno a cinque anni per i contagiati che non rispettano la quarantena. Un elenco di 29 gruppi di regole e limitazioni anti contagio che il governo potrà adottare fino alla fine dell’emergenza, con provvedimenti da rinnovare mese per mese. E che le Regioni potranno anche inasprire, ma solo negli ambiti di loro competenza.

Con il nuovo decreto anti-Coronavirus, approvato ieri in Cdm ma di cui manca ancora il testo finale, il governo dà copertura normativa a tutti i divieti introdotti finora con i Dpcm e delimita il campo d’azione proprio e dei governatori, facendo salve le ordinanze locali per altri 10 giorni.

LE SANZIONI

Il governo introduce una sanzione amministrativa da 400 a 3mila euro per tutti coloro che violino le disposizioni anti contagio. Scatta però il carcere da 1 a 5 anni, per aver attentato alla salute degli altri cittadini, per le persone che hanno il virus ma escono di casa violando la quarantena.

Per le multe c’è anche il raddoppio per i recidivi e l’aumento di un terzo se si circola in auto senza ragione. E’ possibile chiudere da 5 a 30 giorni, una volta superata l’emergenza, l’attività dei negozi che restano aperti nonostante i divieti. E le nuove regole saranno valide anche per chi sia già stato sanzionato, limitando così anche il rischio di ricorsi a raffica in tribunale.

Ecco i 29 ambiti di azione per contenere il virus:

– limitazione della circolazione delle persone, compresa la possibilità di allontanarsi dalla propria residenza, domicilio o dimora, se non per spostamenti individuali, limitati nel tempo e nello spazio e motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni;

– chiusura al pubblico di strade urbane, parchi, aree gioco, ville e giardini pubblici o altri spazi pubblici;

– divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, provinciali o regionali;

– quarantena per chi ha avuto contatti stretti con contagiati

– divieto assoluto di uscire di casa per i positivi;

– limiti o stop a riunioni o assembramenti in luoghi pubblici

– niente eventi e riunioni anche culturali, ludiche, sportive, ricreative e religiose;

– sospensione delle cerimonie civili e religiose, limitazione dell’ingresso nelle chiese;

– chiusura di cinema, teatri, sale da ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi;

– sospensione di congressi e convegni, solo videoconferenze;

– limitazione o sospensione di eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, compresa la possibilità di disporre la chiusura temporanea di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori e impianti sportivi, anche se privati;

– limiti o stop ad attività ludiche o sportive all’aperto;

– possibilità di ridurre o sospendere i trasporti pubblici;

– sospensione o chiusura di tutte le scuole e le università, anche per gli anziani, i master e i corsi professionali, ferma la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza;

– stop a gemellaggi e viaggi di istruzione;

– limitazione o chiusura dei musei e luoghi culturali;

– limitazione della presenza fisica negli uffici pubblici, salve le attività indifferibili e i servizi essenziali puntando prioritariamente sullo smart working;

– limitazione o sospensione dei concorsi, salvo a distanza;

– limitazione o sospensione per i negozi, ad eccezione di quelle che garantiscono beni alimentari e di prima necessità che devono comunque assicurare le distanze anti contagio;

– limitazione o sospensione per bar e ristoranti;

– limitazione o sospensione di ogni altra attività d’impresa o di attività professionali e di lavoro autonomo con possibilità di esclusione dei servizi di pubblica necessità previa assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio e con adozione di adeguati strumenti di protezione individuale;

– limitazione a fiere e mercati, salvo quelli alimentari;

– specifici divieti o limitazioni per gli accompagnatori dei pazienti al pronto soccorso;

– limitazione dell’accesso di parenti in ospedali, hospice, residenze sanitarie e per gli anziani, nonché nelle carceri;

– obblighi di comunicazione al servizio sanitario nazionale per chi è transitato o ha sostato in zone a rischio epidemiologico indicate da Oms o Ministro della salute;

– disporre misure di informazione e di prevenzione;

– lavoro agile anche in deroga alle discipline vigenti;

– previsione che le attività consentite si svolgano evitando assembramenti e rispettando distanza e protocolli anti contagio;

– possibilità per il prefetto di autorizzare deroghe alle varie limitazioni.

(di Serenella Mattera/ANSA)