Terrorismo: estradato in Italia il mullah Krekar

Terrorismo, il Mullah Krekar in in una foto d'archivio.
Terrorismo, il Mullah Krekar in in una foto d'archivio. EPA/Terje Pedersen NORWAY OUT

BOLZANO. – La Norvegia ha estradato in Italia mullah Krekar, il ‘capo spirituale’ della cellula jihadista Rawti Shax, smantellata nel 2015 a seguito di una indagine della procura di Trento. Appena atterrato a Fiumicino il Ros gli ha notificato l’ordinanza di custodia cautelare ed è stato trasferito a Rebibbia. Faraj Ahmad Najmuddin, meglio noto come mullah Krekar, è stato condannato in contumacia lo scorso 15 luglio dalla Corte d’Assise di Bolzano a 12 anni di reclusione insieme ad altri cinque imputati come lui di origine curdo-irachena per “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale”.

Condanna arrivata a conclusione dell’indagine “Jweb”, coordinata dalla procura distrettuale di Trento e da Eurojust, condotta dal Ros dei Carabinieri in collaborazione con le autorità britanniche, norvegesi e tedesche, e con il raccordo investigativo di Europol.

La sentenza di condanna è stata accompagnata da una ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei sei presunti terroristi: tre residenti in Norvegia, gli altri in Gran Bretagna, dove uno era già detenuto in quanto ritenuto membro effettivo dell’Isis. Il mullah Krekar, sottolinea il Ros, è stato “leader dell’organizzazione terroristica sunnita Ansar Al Islam (presente nella lista stilata dalle Nazioni Unite)” ed è stato condannato per “aver costituito una propria organizzazione terroristica di matrice curdo-sunnita, denominata ‘Rawti Shax’, dotata di ramificazioni operative e organizzative transnazionali sotto forma di cellule presenti in Norvegia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Grecia, Finlandia e in Iraq”.

Il gruppo di cui il mullah Krekar è ritenuto il capo avrebbe avuto tra le sue finalità “l’invio di foreign fighters nelle zone di conflitto tra Iraq e Siria, la partecipazione al jihad su scala globale, l’instaurazione nel Kurdistan iracheno di un califfato regolato dalla legge coranica (sharia), la realizzazione di atti di intimidazione nei confronti di diversi governi occidentali, attraverso la costituzione di cellule dormienti disseminate in tutta Europa”.

Il mullah Krekar, residente dal giugno 1991 in Norvegia, dove aveva ottenuto un permesso come rifugiato, era stato arrestato in seguito alla sentenza, ma fino all’ultimo si era opposto all’estradizione. Per il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, si tratta del “risultato di una brillante operazione del Ros e della prova della fattiva e utile collaborazione tra le autorità norvegesi e italiane.

L’imputato in questo modo avrà anche maggiore possibilità di difesa in sede di appello”. La scorsa estate la Corte d’assise di Bolzano aveva condannato anche gli altri cinque imputati: Rahim Karim Twana e Hamasalih Wahab Awat a 9 anni di reclusione, Abdul Rahman Rahim Zana, Jalal Fatah Kamil e Hamad Bakr a 7 anni e 6 mesi ciascuno.

Due anni fa, nell’ambito dell’altro filone giudiziario dell’inchiesta, la Corte d’appello di Bolzano aveva invece confermato le pene (fra i quattro ed i sei anni) a carico di altri quattro imputati, arrestati nel 2015 durante una retata a Merano.

(di Stefan Wallisch/ANSA)

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