Confcommercio: “Effetto Coronavirus brucia 52 miliardi consumi”

Un auto nella catena di produzione della Fca.
Un'auto nella catena di produzione della Fca. (ANSA)

ROMA. – L’effetto Coronavirus rischia di mandare in fumo 52 miliardi di euro solo sul fronte dei consumi.

L’allarme arriva da Confcommercio che con il protrarsi delle chiusure delle attività produttive e di quelle del terziario, come commercio, turismo, servizi, trasporti e professioni, teme un tracollo. Anche perchè si fa più concreta la prospettiva che questa situazione possa prolungarsi più del previsto.

“La crisi si allunga i danni economici crescono e molte imprese rischiano di non riaprire – afferma il presidente della confederazione, Carlo Sangalli – Di fronte a questa emergenza senza pari, bisogna sostenere subito la liquidità delle imprese con strumenti straordinari raccordati con l’Europa evitando gli impacci democratici”.

“É realistica l’ipotesi della riapertura del Paese solo all’inizio di ottobre”, afferma Confcommercio e l’unico comparto che registra una crescita è quello alimentare con un aumento del 4,2% nel 2020 rispetto al 2019 mentre si prevede un crollo soprattutto per i trasporti (-12,7%), alberghi e ristoranti (-21,6%). E proprio il trend di crescita del settore alimentare ha spinto Coop a mettere in atto una manovra anti-speculazione decidendo di congelare per due mesi i prezzi su 18 mila prodotti.

Una misura applicata a tutti i prodotti confezionati industriali, sia quelli con il proprio marchio che quelli delle altre società, come “impegno concreto per proteggere la spesa delle famiglie e per evitare l’insorgere di rischi speculativi – afferma l’ad di Coop Italia, Maura Latini – É una misura preventiva che abbiamo deciso di attuare a garanzia dei nostri soci e consumatori”.

Ma Coop si impegna anche a tutelare i nostri produttori e allevatori da altri fenomeni speculativi garantendo sempre la giusta remunerazione.

Ma in generale se bisognerà davvero attendere fino a ottobre per l’addio alle “restrizioni”, la gelata dei consumi interni porterà un calo del Pil di circa il 3%, calcola Confcommercio nelle sue stime che incorporano anche gli aiuti stanziati con l’ultimo decreto.

I settori che saranno più colpiti sono alberghi e ristorazione con -23,4 mld di consumi nel 2020 (-21,6%), trasporti e acquisto autoveicoli (-16,5 mld con un -12,7%), cultura e tempo libero (-8,2 mld pari a un -10,8%), abbigliamento (-6,6 mld pari a un -11,3%.

“É evidente – osserva Confcommercio – che le misure annunciate dalla Bce per evitare che dal settore reale la crisi migri a quello finanziario, così come i diversi interventi progettati a livello internazionale per assicurare un movimento ordinato del rendimento dei titoli sovrani dei diversi Paesi, non potranno evitare la recessione, ma ne mitigheranno l’impatto favorendo le condizioni di ripresa una volta superata l’emergenza sanitaria”.

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