Il virus nei disegni dei bambini, per loro è ‘mostro’

Coronavirus, per i bambini è un mostro.
Coronavirus, per i bambini è un mostro. (Umbertide)

UMBERTIDE (PERUGIA). – Qualcuno lo ha disegnato colorato e sorridente, altri con il volto cattivo e i denti aguzzi delineati con una linea scura, altri ancora realistico come si vede nelle foto degli scienziati o addirittura tridimensionale facendo dei lavori con palloni, tappi, bicchieri di plastica e altri materiali: per tutti i bambini delle classi quarte della scuola primaria Giuseppe Di Vittorio, secondo circolo, di Umbertide il coronavirus è comunque un “mostro” che li costringe a stare a casa, impedendo loro di abbracciare i coetanei e i nonni.

“Maledetto virus torna da dove sei venuto. Noi ti salutiamo con un saluto” si legge in uno dei testi che accompagna i lavori. I disegni e le altre rappresentazioni sono state prodotte da una sessantina di bambini, nove anni la loro età, delle tre classi quarte della Di Vittorio. Sono stati poi inviati alle insegnanti che li seguono nella didattica a distanza e, tra l’altro, pubblicati sulla pagina Facebook della scuola.

Qualcuno ha utilizzato uno scatolone, un altro ha disegnato accanto al virus una persona, guanti e una boccetta di disinfettante invitando a “rispettare le regole”. Uno dei bambini ha rappresentato il Covid-19 come una palla verde, con un occhio coperto da una benda dei pirati e un fumetto: “nessuno può vedermi e quindi non ho amici e allora vado dentro ai corpi per vedere altri virus come me”.

Dalla fantasia degli alunni costretti lontano da scuola è nata anche una foto di un pallone in mezzo a delle margherite o con tante luci colorate che escono dall’interno. “I bambini ci chiedono quando il ‘mostro’ se ne andrà perché vogliono tornare a scuola, ad abbracciare i loro amici e i nonni” spiega all’ANSA Elena Caruso, insegnante di quinta e responsabile della comunicazione della Di Vittorio.

“In questi giorni di lavoro didattico a distanza – aggiunge – teniamo conto che ai nostri bambini manca il rapporto diretto con i compagni e soffrono per questo. Diamo semplici compiti e cerchiamo di coinvolgerli in attività interdisciplinari piacevoli”.

Ecco quindi che gli alunni delle prime hanno dato vita a un giornalino che aggiornano ogni settimana mentre le quinte sono impegnate nella “settimana della moda” che vede impegnati gli alunni nello studio sull’abbigliamento degli antichi romani con un evento finale previsto su Meet durante il quale tutti saranno in abito da sera.

“I ragazzi si vedono e si parlano sulla piattaforma che usiamo per la didattica – sottolinea Elena Caruso -, in attesa che il ‘mostro’ ci lasci permettendo a loro e a noi di tornare alla nostra vita”.

(di Claudio Sebastiani/ANSA)

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