Paniere solidale e spesa sospesa, l’Italia che aiuta

Paniere solidale a Napoli: Chi può mette, chi non può prende.
Paniere solidale a Napoli: Chi può metta, chi non può prenda . ANSA/CESARE ABBATE/

ROMA. – “Chi può metta, chi non può prenda…” due cartelli sopra due ceste nei vicoli di Napoli. All’Alberone, quartiere popolare della Capitale sul muretto del giardino, file di scatole di pasta e beni di prima necessità. In Molise la pasta lasciata pagata come il caffè, nel Salernitano con la farina viene regalato anche lievito.

Alla Garbatella, lo spazio sociale ‘Casetta Rossa’ prepara nella sua cucina vaschette sigillate con piatti in monoporzioni da distribuire ai poveri del municipio e ai migranti e senza fissa dimora che vivono in strada vicino alla stazione Tiburtina assistiti dall’associazione Baobab.

Sono i pasti, la spesa, gli acquisti ‘sospesi” che stanno fiorendo in ogni angolo della penisola, comprese pagine ad hoc su Facebook. E’ il mondo del volontariato organizzato, ma anche quello spontaneo di semplici cittadini che da alcuni giorni si è messo in moto per garantire cibo a tutti, soprattutto a quelli che non riescono a mettere insieme un pranzo ed una cena per se stessi e la propria famiglia.

Un mondo che si affianca agli aiuti organizzati dai sindaci che trova mille forme, anche originali per fare in modo che insieme all’emergenza sanitaria, in Italia non esploda in tutta la sua disperazione, anche l’emergenza sociale provocata dalla crisi economica.

Dopo oltre tre settimane di vita “sospesa” da contatti e relazioni, dalle attività e spesso dal lavoro, ora quell’aggettivo diventa positivo ed è il motore di una energia fattiva e piena di slancio che sta invadendo l’Italia da nord a sud. Nei vicoli del centro di Napoli oltre al paniere solidale con le ceste, sfrecciano ragazzi sui motorini e questa volta non sono le “stese” di camorra che seminano paura con spari all’impazzata, ma ‘stese’ di solidarietà: i giovani si fermano davanti alle abitazioni dei più bisognosi per consegnare generi di prima necessità e poi ripartono per raggiungere un altro destinatario.

‘Stese’ organizzate dall’associazione evangelica ‘Tabita onlus’ di Sant’Anna di Palazzo ai Quartieri Spagnoli. Legambiente nel circolo etneo ha lanciato su www.laboriusa.it una campagna di crowdfunding a km 0, il progetto “100 carrelli per Catania”: “Voi date un piccolo contributo con una donazione online, noi portiamo la spesa ai più bisognosi con il supporto dei produttori dell’Etna”.

Oppure l’Auser Empoli Filo d’Argento che in collaborazione con Comune, Misericordia, Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli e Croce Rossa, svolgono un servizio di spesa e pasti a domicilio con l’aiuto degli scout Agesci. Ed ancora a Legnano, dove la Croce Rossa non solo è impegnata a soccorrere i cittadini, ma aiuta nella distribuzione degli alimenti agli enti caritatevoli come la mensa dei poveri che continua a distribuire pasti al sacco agli indigenti.

Il pasto sospeso non è soltanto organizzato da associazioni strutturate ma sta diventato una consuetudine anche di singoli cittadini. A Roma, nel quartiere San Paolo, singole famiglie hanno postato l’invito per i condomini: “Se non hai un lavoro e non ricevi aiuto da nessuno e hai finito la scorta di cibo, per favore non andare a dormire senza mangiare!!!Scrivimi in privato senza vergognarti che poco o tanto che io possa avere a casa mia, ho piacere di condividere con te”.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

Lascia un commento