Barca-Messi, scontro su Cig e Leo diventa El Che

L'argentino Leo Messi del PSG
L'argentino Leo Messi del PSG (ANSA)

ROMA. – Lionel Messi diventa “Il Che del Barca”, almeno per il quotidiano francese L’Equipe che stamattina celebrava l’argentino presentandolo sull’intera prima pagina come il Che Guevara dopo la decisione presa con i compagni di squadra di tagliarsi gli stipendi, si’, ma con lo scopo di pagare i dipendenti.

Una decisione, quella dei giocatori accompagnata comunque da una polemica con la dirigenza blaugrana con Messi nelle vesti di capitano e “sindacalista” a ribadire che la decisione di accettare i tagli era stata presa subito, polemizzando dunque con la comunicazione del club che invece aveva lasciato passare il messaggio dei calciatori egoisti e capricciosi.

Non solo. La rinuncia dei giocatori della prima squadra del Barcellona a 14 milioni al mese per il periodo di blocco della Liga (“che sia di 40 o di 60 giorni”), non basta a scongiurare l’ERTA, una sorta di cassa integrazione secondo le leggi spagnole, per i dipendenti del club catalano.

Lo ha spiegato il presidente blaugrana, Bartomeu, intervenendo a Radio Catalunya in quella che sembra una risposta alla dura presa di posizione di Leo Messi, ieri dopo l’annuncio del si’ al taglio degli stipendi del 70%.

L’argentino, parlando di una versione denigratoria dei calciatori arrivata dall’interno della società, aveva sottolineato come la volontà dei calciatori fosse da sempre quella di tagliarsi gli ingaggi, ma a favore del pagamento degli stipendi dei dipendenti.

“Dal calcio arriveranno 14 milioni di risparmio ogni mese, e dalle altre discipline 2, per un totale di 16 – ha detto Bartomeu – É il 5,7% dei nostri costi attuali, e non basterà a pagare gli stipendi a tutti i nostri dipendenti. Sono chiusi il museo, le scuole calcio, la biglietteria, la vendita delle maglie, tutte entrate importante per noi. Per questo l’Erta andrá avanti”. E avanti, con ogni probabilità andrà anche la polemica con i calciatori.

A testimonianza che lo tsunami finanziario in arrivo sul calcio avrà conseguenze anche interpersonali, oltre che sui conti correnti dei paperoni del calcio, arriva poi la storia di Nouri, dall’Olanda. Secondo quanto scrive il Telegraaf, l’Ajax avrebbe deciso di “tagliare” dalla sua rosa il 22enne talento, uscito dal coma alcuni giorni fa dopo quasi tre anni.  La storia di Nouri ha commosso tutto il mondo, un po’ meno il club di Amsterdam che pure, assicurano i media locali, non ha mai fatto mancare la sua vicinanza e l’assistenza medica.

Con la maglia dei lancieri Nouri ha giocato fino a quando un arresto cardiaco lo ha stroncato. Il club olandese, alle prese come tutti con la riduzione degli ingaggi causa emergenza coronavirus, ha deciso di disdire il tacito accordo per un rinnovo automatico del contratto del centrocampista, in scadenza il 30 giugno (sempre che la Fifa non prolunghi i termini degli accordi, visto lo slittamento dei calendari).

Nelle due stagioni in cui Nouri ha lottato da un letto di ospedale, l’Ajax ha osservato il contratto, ma ha fatto retromarcia sul rinnovo concordato con l’agente prima dell’incidente, e ora la famiglia di Nouri (che é tornato a casa, é vigile e segue in tv le partite, per ora registrate) ha messo il fascicolo  in mano a un avvocato. Anche se l’idea di ritornare ad essere un calciatore é l’ultimo dei suoi problema.

Lascia un commento