Amarcord, 31 marzo 2004: il giorno in cui il Centenario si tinse di Vinotinto

Il tabellone luminoso dello stadio Centenario di Motevideo. Foto cortesia

CARACAS – Tra il 1508 ed il 1512 Michelangelo Buonarroti é stato l’incaricato di dipingere la famosa Cappella Sistina. C’é un altro personaggio che passerà alla storia grazie alla sua opera maestra, il 31 marzo 2004, il commissario tecnico della nazionale venezuelana: in quel giorno il dottor Richard Páez dipinse di color Vinotinto una famosa cappella, lo stadio Centenario di Montevideo. Questa nicchia é famosa per il suo valore storico: “Ha ospitato la prima finale di un mondiale di calcio!”

I tifosi della Vinotinto hanno una data segnata sul calendario: il 31 marzo, per ricordare anno dopo anno quella notte magica di 16 anni fa, quando la nazionale di Páez superó per 0-3 l’Uruguay a Montevideo.

E’ un risultato che solo in pochi sono riusciti a realizzare sul manto verde del Centenario di Montevideo. La vittoria ottenuta contro la Celeste é frutto di un’ottima prestazione. Questa era una gara valevole per il mondiale Germania 2006.

Páez era l’allenatore della Vinotinto in quella notte magica. foto cortesia

I “lanceros” di Páez si presentavano nella capitale charrúa con uno score di due vittorie (0-1 a Barranquilla contro la Colombia e 2-1 in rimonta a Maracaibo con la Bolivia) e 2 sconfitte (2-0 a Quito con l’Ecuador e 0-3 all’Olímpico vs Argentina).

Prima della sfida stampa, tifosi e staff tecnico dell’Uruguay si aspettavano una vittoria con molti gol contro il Venezuela, cosí come lo avevano fatto contro la Bolivia (vittoria 5-0). Tant’era la fiducia che sulla stampa uruguaiana prima della sfida c’erano titoli come: “La historia empuja a los celestes ¡A MUERTE!” (La storia spinge alla Celeste. A morte!), “¡Salud, celestes!”(Salute Celeste!), “Venezuela: no existís” (Venezuela: Non esistete), “La hinchada espera una goleada” (I tifosi attendono una goleada), ed altri.

Arango segnò una delle reti contro l’Uruguay. foto cortesia

Ma la cosa che non si aspettavano é che quel giorno la Vinotinto si sarebbe tolta l’etichetta di Cenerentola battendo per 0-3 il blasonato Uruguay.
Le reti della nazionale creola furono griffate da Gabriel Urdaneta (18’), Héctor González (65’) e Juan Arango (80’).

Il pubblico che aveva gremito gli spalti dello stadio Centenario iniziò a prendere in giro i suoi calciatori con il tradizionale “Olé! Olé!” ad ogni passaggio concretato dalla Vinotinto.

Quella storia di color Vinotinto fu disegnata dai seguenti eroi: Gilberto Angelucci; José Vallenilla Pacheco, José Manuel Rey, Alejandro Cichero,

L’interista Recoba era tra i protagonisti in campo nel Centenariazo. foto cortesia

Joney Hernández, Leopoldo Jiménez, Luis “El Pájaro” Vera, Ricardo Páez; Juan Arango; Gabriel Urdaneta e Alexander Rondón che erano nell’undici di partenza. Poi subentrarono Jorge “El zurdo” Rojas, André González e Héctor González.

Quella sconfitta costó il posto al tecnico uruguaiano Carrasco che fu esonerato e sostituito da Jorge Fossati. La Celeste riuscì a “riprendersi” dalla batosta Vinotinto chiudendo la quinto posto nel girone e qualificandosi per il Play Off contro l’Australia, poi perso ai calci di rigore.

Nella storia del calcio venezuelano, la sfida contro l’Uruguay, meglio nota come “Centenariazo”, é una sorta di sparti acque. Da quel giorno, la Vinotinto non é più la squadra materasso del girone Conmebol, ma un sassolino nelle scarpe per tutte le avversarie.

Il tabellino
Uruguay – Venezuela 0-3
Reti: Gabriel Urdaneta (19′), Héctor González (67′) e Juan Arango (77′).

Uruguay: Gustavo Munúa; Diego López, Gonzalo Sorondo, Darío Rodríguez; Martín Ligüera, Marcelo Sosa, Richard Núñez, Germán Hornos (Wálter Pandiani); Álvaro Recoba, Javier Chevantón (Fernando Correa), Diego Forlán (Carlos Bueno). CT: Juan Ramón Carrasco

Il caffè – a volte descritto come “la droga psico-attiva più utilizzata al mondo” – è la benzina degli uffici: Gilberto Angelucci; José Vallenilla, José Manuel Rey, Alejandro Cichero, Joney Hernández, Leopoldo Jiménez, Luis Vera, Ricardo Páez (Jorge Rojas); Juan Arango (Andreé González); Gabriel Urdaneta (Héctor González), Alexander Rondón. CT: Richard Páez.

(di Fioravante De Simone)

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