Coronavirus: corsa contro il tempo per app, Lombardia lancia la sua

Coronavirus: il vicepresidente della Regione Lombardia Sala spiega l'utilizzo della nuova applicazione.
Coronavirus: il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala spiega l'utilizzo della nuova applicazione. (Frame video Ansa)

ROMA. – Sono partiti ufficialmente i lavori della task force tecnologica del governo che entro una decina di giorni dovrà valutare le soluzioni digitali per la gestione dell’epidemia da coronavirus, compresa un’app per il tracciamento dei contagi. Nell’attesa di un sistema nazionale, diverse regioni si sono però già portate avanti con iniziative autonome e la Lombardia – la più colpita dall’epidemia – proprio oggi lancia una sua app che il vice governatore Fabrizio Sala chiede ai cittadini di scaricare.

L’app lombarda per tracciare la mappa del rischio di contagio si chiama ‘allertaLOM’, bisogna compilare un questionario che può essere aggiornato ogni giorno in cui viene chiesto sesso, età e se si sono avuti sintomi e contatti con positivi. I dati restano anonimi, assicurano.

“Dobbiamo chiedervi l’impegno di scaricare questa app sul cellulare – dice Sala – Non sostituisce nessun test né il controllo dei medici ma è un’arma in più per contrastare l’emergenza coronavirus”.

L’app lombarda non è la prima iniziativa in Italia – anche Sardegna, Marche, Umbria, solo per citare alcune regioni, ci stanno lavorando – e arriva in attesa della scelta che sarà compiuta dalla task force del governo composta da 74 esperti multidisciplinari e nominata con un decreto.

“La digitalizzazione può dare un contributo significativo attraverso la raccolta e l’analisi di dati, nel rispetto delle normative sulla privacy”, si legge sul sito del ministero dell’Innovazione. Nei giorni scorsi la ministra Paola Pisano si è detta favorevole a una iniziativa di tipo “volontario”, da testare prima su un’area circoscritta e poi a livello nazionale.

La task force lavorerà anche comparando le soluzioni adottate da altri paesi come Regno Unito, Germania, Singapore, Cina e Corea del Sud. In particolare, i sistemi di tracciamento di questi ultimi due hanno suscitato diversi dubbi sulla privacy. Un tema su cui il nostro governo vuole approfondire.

“Il principio di ragionevolezza alla base del Gdpr (regolamento europeo sulla privacy) deve animare le scelte che saranno compiute, senza immaginare che la tecnologia possa da sola risolvere tutti i problemi: occorrerà verificare la reale efficacia a fini epidemiologici e di cura, valutando anche la capacità di azione e reazione dell’apparto sanitario e amministrativo rispetto alle informazioni raccolte”, ha spiegato all’ANSA Giuseppe Busia, segretario generale dell’Autorità per la protezione dei dati personali, tra i 74 esperti della task force.

Tutti lavoreranno a titolo gratuito e resteranno in carica fino al semestre successivo alla fine dell’emergenza, sono divisi in otto sottogruppi. Quello che si occuperà di selezionare il progetto di una eventuale app, per cui il decreto invita a procedere “senza ritardo”, è composto da otto persone (sette uomini e 1 donna).

Il coordinatore generale della task force è invece Paolo De Rosa, responsabile del braccio tecnico del dipartimento dell’Innovazione. Tra i coordinatori c’è pure Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza e, oltre ad un rappresentante del Garante Privacy, ci sono anche quelli di Agcom, Agcm e dello stesso ministero della Salute.