#iorestoacasa, con i figli problemi e opportunità

#iorestoacasa: dedicarsi a sé stessi e alla famiglia.
#iorestoacasa: dedicarsi a sé stessi e alla famiglia. (ANSA)

ROMA. – A quasi un mese dalla nuova vita ristretta tra le mura di casa ci preoccupiamo ancora più di prima degli effetti collaterali delle restrizioni governative per la pandemia del coronavirus e sempre più spesso da adulti pensiamo all’impatto sui ragazzi per questa situazione e ci angosciamo, sapendo però che al di là di ogni cosa è per il bene di tutti che dobbiamo restare a casa.

In un vademecum della fondazione Patrizio Paoletti, psicologi e pedagogisti hanno evidenziato i percorsi migliori per aiutare i genitori a gestire il momento di emergenza. L’obiettivo è uscire da questa situazione di grave crisi con un’esperienza forte in più nel nostro bagaglio, magari con la consapevolezza che siamo stati capaci anche di farlo diventare una opportunità educativa.

Mica facile, certo: molti genitori, magari con i bambini piccoli – rimanendo circoscritti a famiglie non fragili, non problematiche sotto vari aspetti, perché li purtroppo il virus esalta i drammi – sono esauriti dal tempo sospeso in casa e si sono mobilitati in vario modo, alcuni l’hanno chiamata la crociata delle mamme, per chiedere ‘l’ora d’aria’ per far uscire i figli, titolari anche loro di diritti.

La stessa ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, è intervenuta su Facebook, scrivendo che “occorre trovare il modo per far uscire i bambini”. E ormai sono centinaia le firme dei genitori attivisti e di associazioni che chiedono terminare il divieto di uscita per consentire, pur in sicurezza, di divagarsi fuori casa pur nel rispetto della social distancing.

Al di là di questo, riuscire a vivere il tempo dell’emergenza senza perdere in benessere sociale oltre che fisico e psichico è la sfida dei genitori oggi quando, più del tempo ‘normale’ scolastico, riprendono in mano il valore della relazione educativa con i figli.

I piccoli, abituati alle mattinate con i coetanei all’asilo, sui banchi delle elementari, gli adolescenti delle medie e i piccoli uomini e le piccole donne delle superiori per i quali il tempo a scuola e soprattutto extrascuola con gli amici è vitale nella formazione, saranno diversi al termine di questo periodo? Quanto pesa l’emergenza Covid 19 su di loro?

Domande che, se non si fanno loro, ci facciamo noi adulti. “Educa i figli a vivere i momenti difficili come chance per scoprire le sue risorse. Stagli vicino e guidalo a scoprire che si può imparare sempre, da ogni situazione. Nei momenti di confusione e incertezza, incontriamo le nostre paure e anche la possibilità di trovare il modo per superarle. La complessità ci fa scoprire la nostra forza e il nostro potere” è la prima e più importante indicazione degli esperti.

E poi ci siamo noi: i figli ci imitano, specie se sono piccoli. “Se sei ansioso e preoccupato il tuo stato condizionerà certamente le sue emozioni”, bisogna trovare il modo per calmare noi stessi, rilassarci per comunicare altrettanto. Così pure per le notizie: bisogna evitare di esporre i ragazzi alle sovra-stimolazioni dei media in cui ci sono immagini e narrazioni piene di ansia e tensione su quanto accade.

Il corteo di bare sugli automezzi dell’esercito a Bergamo ha scioccato noi, figuriamoci loro. Questo non vuol dire ignorare, ma spiegare con parole adatte e chiare a ciascuna età cosa avviene. E infine, specie per i più piccoli, c’è la routine ad aiutare i genitori, una grande amica nei momenti di incertezza, perché attività semplici e regolari che scandiscono la giornata creano la percezione di un ambiente, come sicuro e stabile.

Dare un ritmo semplice e regolare definito sui momenti del pasto, di gioco, i momenti di studio insieme è fondamentale così come essere pronti e recettivi ad un’amorevole attenzione: del resto abbracciarsi in casa è tutt’altro che vietato.

(di Alessandra Magliaro/ANSA)

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