100 mila casi in Spagna. Parigi, ospedali al collasso

La piazza "Puerta del Sol" di Madrid.
La piazza "Puerta del Sol" di Madrid. (ANSA)

ROMA.  – Rallentamento dei nuovi contagi e dei ricoveri. La Spagna si aggrappa a questi due dati per resistere al coronavirus, che finora ha prodotto numeri spaventosi: oltre centomila contagi e novemila morti, con una situazione sanitaria talmente grave che in Catalogna va in terapia intensiva solo chi ha più chance di sopravvivere.

É allarme rosso ospedali anche a Parigi ed in Germania si tenta di evitare il peggio prolungando  le misure di contenimento.

In Spagna per il quinto giorno consecutivo ci sono stati oltre 800 morti in più ed il numero di vittime complessivo è inferiore solo all’Italia a livello globale. Quasi 8.000 i nuovi contagi, con il bilancio aggiornato a oltre 102.000. Allo stesso tempo, le autorità sanitarie iniziano a intravedere un filo diluce.

“In questo momento il problema centrale non è se abbiamo raggiunto il picco o no, sembra che siamo già lì, e i numeri stanno scendendo”, ha affermato con prudenza il capo dei servizi di emergenza Fernando Simon, che si trova in quarantena dopo aver contratto il virus.

Il tasso di nuove infezioni è in ribasso da una settimana (8% rispetto al 20%), cala anche la mortalità e soprattutto il numero di pazienti che entrano in ospedale o vengono ricoverati in terapia intensiva. É proprio questa la priorità al momento: ottimizzare la capacità del sistema sanitario per curare tutti al meglio e scongiurarne il collasso.

Una corsa contro il tempo, se si considera che in Catalogna le autorità hanno suggerito ai medici (a cui comunque spetterà l’ultima parola) di dare la precedenza in terapia intensiva a chi ha la possibilità di vivere un numero maggiore di anni rispetto ad un ultraottantenne.

Anche nel resto d’Europa, dove i contagi crescono ovunque, la preoccupazione principale è la tenuta degli ospedali. A Parigi, ad esempio, sono sul punto di scoppiare, con tutti i letti in rianimazione occupati. E si stima che in tutta la regione della capitale, l’Ile-de-France, entro una decina di giorni ci siano gli stessi numeri della Lombardia. Così il premier Edouard Philippe ha espresso una linea di cautela riguardo alla fine del lockdown in vigore fino al 15 aprile: “Probabilmente non avverrà tutta in una volta, ovunque e per tutti” e si studia “la possibilità di fine dei confinamenti su base regionale, o in funzione dei risultati dei test o di classi di età”.

In Germania, invece, il governo ha già deciso di prolungare le misure di contenimento almeno fino al 19 aprile. In accordo con i Land. “Una pandemia non conosce giorni festivi”, ha sottolineato la cancelliera Angela Merkel, rilevando che “la diffusione del coronavirus è ancora troppo alta”.

Stesso scenario in Gran Bretagna, dove si è registrata un’altra giornata nera nella battaglia contro il Covid-19: 563 morti in più in 24 ore e i contagi arrivati quasi a 30.000. E quest’anno, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, i campi in erba di Wimbledon non ospiteranno il torneo di tennis più glamour del pianeta.

(di Luca Mirone/ANSA)