Disoccupazione giù a febbraio, più lavoro per i giovani

Un uomo controlla gli annunci di lavoro esposti in una agenzia per l'occupazione a Pisa.
Un uomo controlla gli annunci di lavoro esposti in una agenzia per l'occupazione a Pisa. (ANSA/FRANCO SILVI)

ROMA.  – La disoccupazione che cala, seppur di poco, e più giovani con un posto in tasca. Spiragli. Accadeva a febbraio, quando l’impatto economico del Coronavirus ancora non era tangibile.

La fotografia scattata dall’Istat sul mercato del lavoro coglie, infatti, la “fase immediatamente precedente all’emergenza sanitaria”, si premura di chiarire l’Istituto di statistica.

Ecco che le cifre che vedono la disoccupazione al 9,7% e 35 mila under25 impiegati in più in un mese sono destinate solo a tracciare un confine, dietro il qualche non ci potrà che essere un crollo. Tutto da stimare e non senza difficoltà, visto che la raccolta dei dati in alcuni casi (per esempio la fiducia) diventa impossibile.

Tornando a febbraio, dopo due mesi di forte calo delle posizioni lavorative quella che l’Istat definisce una stanziale stabilità fa tirare un sospiro di sollievo ma il saldo su gennaio è comunque negativo (-10 mila) e non alleggerisce le perdite di gennaio e dicembre. La riduzione registrata nel trimestre dell’occupazione risulta “evidente” (-89 mila posti).

C’è, poi, da segnalare la ripresa del precariato a fonte della flessione del contratti fissi. I tempi determinati crescono e toccano quota 3 milioni e 106 mila, mentre gli indeterminati scendono di 20 mila. Intanto prosegue l’emorragia, con un nuovo minimo storico, tra gli autonomi, categoria che con tutta probabilità subirà pesantemente gli effetti dell’epidemia. Anche se il lavoro indipendente in Italia conta ancora 5 milioni e 216 mila affiliati su un totale di 23 milioni e 262 mila occupati.

Quanto a chi un posto lo cerca, non solo il tasso si reduce di un decimo di punto ma anche il numero delle persone a caccia di un impiego cala di 18 mila unità. Solo che contemporáneamente salgono gli inattivi, quelli che sono fuori dal mercato. Un piccolo rialzo, 12 mila in un mese, che lascia invariata la quota, ma che sembra suggerire uno stallo. Non a caso il confronto annuo sui numeri dell’occupazione non mostra il segno più.

Ma chi vince e chi perde a febbraio? Sicuramente il vento è girato a favore delle donne: 18 mila in più a lavoro su gennaio, contro un calo di 22 mila per gli uomini. C’è però da capire, e lo testimonieranno solo i dati trimestrali, se la crescita dell’occupazione femminile si esaurisca nel part time, il cui ricorso non ha fatto che aumentare negli ultimi tempi.

Il quadro è in miglioramento per i giovani, gli inattivi under25 calano in modo deciso, ma la disoccupazione non si schioda dal 29,6%. In Ue, dove il tasso generale torna ai livelli pre-crisi 2008, continuano a far peggio solo Spagna e Grecia.

(Marianna Berti/ANSA)