Dietrofront Bolsonaro, ora il virus è una minaccia

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro fa la mossa dell'ombrello in un tuit dove smentisce di avere il coronavirus.
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro fa la mossa dell'ombrello in un tuit dove smentisce di avere il coronavirus, lo scorso 13 marzo. (Twitter)

SAN PAOLO.  – Il coronavirus non è più  “un’influenzetta” che fa strage solo in Italia perché “è un Paese di vecchietti” bensì “la più grande sfida della nostra generazione”.

Le misure di isolamento sono ora “molto importanti” e non “una politica di terra bruciata”: messo alle corde dalla reazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni alle sue polemiche prese di posizione sulla pandemia, anche il presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato costretto ad un clamoroso dietrofront in un discorso tv trasmesso a reti unificate.

Con il suo precedente intervento, lo scorso 24 marzo, Bolsonaro aveva provocato un’ondata di indignazione: associazioni mediche, enti sanitari, governatori e vertici del Parlamento e del potere giudiziario avevano respinto il suo discorso, definendolo irresponsabile e lanciando perfino ipotesi di impeachment. Il dissenso era arrivato anche dalle file del suo gabinetto e la situazione era diventata insostenibile.

Nel suo breve discorso di martedì sera, dunque, il leader brasiliano ha detto chiaramente che “il virus è una realtà, ancora non esiste un vaccino o una cura confermata scientificamente” e ha sottolineato “l’importanza della collaborazione e dell’unione di tutti in un grande patto per la protezione delle vite e dei posti di lavoro, con il Parlamento, il potere giudiziario, i governatori, i sindaci e tutta la società”.

Senza concedersi stavolta affermazioni prive di base scientifica, Bolsonaro ha comunque difeso la sua posizione sull’importanza di difendere non solo la vita dei suoi concittadini ma anche l’economia brasiliana. “La mia preoccupazione è sempre stata quella di salvare vite: sia quelle che perderemo a causa della pandemia sia quelle che saranno colpite dalla disoccupazione, la violenza e la fame”, ha detto.

Molti però mantengono la diffidenza, come il sindaco di San Paolo, Bruno Covas, che ha raccomandato ai suoi concittadini di osservare l’isolamento volontario, affermando che “se la gente comincia a seguire i consigli del presidente, che non hanno nessuna base scientifica, la situazione a San Paolo rischia di esplodere come a Milano”.

Per cercare di contrastare l’ostilità dell’opinione pubblica – martedì sera si sono ripetuti per la 15esima volta i panelaços, le proteste a suon di pentola dalle finestre e i balconi – Bolsonaro ha annunciato che il suo governo stanzierà un pacchetto di 200 miliardi di reais (circa 35 miliardi di euro) per la salvaguardia della sanità pubblica e dell’occupazione.

Il valore della manovra, fanno notare i media locali, corrisponde al 2,6% del Pil brasiliano. Il presidente ha anche annunciato l’emissione del cosiddetto “coronavoucher”, che prevede il versamento di un minimo di 600 reais (circa 120 dollari) per un periodo di tre mesi per i lavoratori a basso reddito.

(di Javier Fernandez/ANSA)