Conte apre all’utilizzo del Mes. Spiragli su Eurobond

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi,
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Roma, 1 aprile 2020. (ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI)

ROMA. – Anche in Olanda e Germania “il vento sta cambiando” e si è aperto un dibattito su una prospettiva come gli Eurobond. L’Italia, da parte sua, è pronta ad accettare l’utilizzo del Mes, nell’ambito di un piano più complessivo, e senza condizionalità.

A sera il premier Giuseppe Conte mette in fila i nodi della battaglia in corso in Europa sulle misure per contrastare la crisi da Coronavirus. E apre all’utilizzo del Mes, il fondo salva Stati da 410 miliardi che è inviso al M5s, non alle condizioni attuali ma solo se “verrà snaturato e posto in un ampio pacchetto di misure”, con l’assegnazione dei soldi “a tutti i Paesi senza condizionalità successive o preventive”.

Il tempo stringe, dice preoccupato Conte ai partner europei: si deve iniettare subito una “terapia” d’urto all’economia o poi si rischia di trovare “il paziente già morto”. Il premier parla al principale quotidiano olandese De Telegraaf e in un’intervista alla tedesca Die Zeit, nella quale paragona il passaggio storico attuale alla caduta del Muro di Berlino.

E’ il messaggio che porta anche alle opposizioni – e alla maggioranza -riunite a Palazzo Chigi. Bisogna agire in fretta. E insieme. Quanto alle tentazioni che coinvolgerebbero la Lega ma anche Iv, di un “governissimo” per sostituirlo con una personalità come Mario Draghi, Conte risponde con l’invito alle opposizioni a collaborare di più col suo governo e – in un’intervista ad Accordi e disaccordi – afferma: “Non ritengo di dover stare su questa poltrona vita natural durante ma mi attengo all’orizzonte di legislatura. Poi rimetto alla maggioranza le valutazioni ma confido che si possa lavorare anche per la ricostruzione”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si dice “certo” che “supereremo, assieme”, questo momento così travagliato della storia italiana. Un momento in cui, come annunciato alle opposizioni, il governo si appresta – probabilmente venerdì in Cdm – a rinviare all’autunno anche le elezioni amministrative per rinnovare governatori e sindaci.

Nei prossimi dieci giorni Conte, che non esita a usare la metafora della “guerra”, è atteso a una prova decisiva, con il varo di due decreti economici e l’avvio del lavoro per il progressivo allentamento delle misure anti contagio, per far ripartire l’economia.

Cruciali sono le decisioni che prenderà il Consiglio europeo la prossima settimana perché senza un sostegno forte dei governi europei il governo dovrà fare ricorso a dosi massicce di debito. Conte lo spiega alle opposizioni, con cui il dialogo prosegue ma resta difficile: “Vorrei dare 2mila euro a persona e saremo coraggiosi, ma dobbiamo pensare alla sostenibilità finanziaria. Io mi assumo le mie responsabilità, ma ciascuno deve assumersi le sue”.

Al Parlamento il governo si appresta a chiedere un nuovo sforamento del deficit tra l’1,1% e l’1,5% (tra i 20 e i 30 miliardi). Ma è chiaro che un sostegno Ue aiuterebbe a tenere l’asticella più bassa, ad aumentare la liquidità di cui il Paese è a corto ed evitare che il fardello del debito pesi troppo nei prossimi anni, con ricadute sui mercati e sui titoli italiani.

Ecco perché il premier prosegue nella sua azione diplomatica per ottenere dall’Europa quel “piano” che aiuti tutti a rispondere con forza alla crisi.

La presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen gli annuncia che la Commissione attiverà 100 miliardi per sostenere il lavoro in Ue e che si potranno spendere senza vincoli i fondi europei non utilizzati. Ma non basta. L’Italia, dice il premier, non chiede di farsi carico del suo debito ma sostiene che gli Eurobond servano a tutti. Solo verso la fine della prossima settimana, probabilmente, si chiarirà il quadro Ue e il governo potrà elaborare il Def, con la cornice delle previsioni economiche.

Il ministro Roberto Gualtieri definisce “realistica” la stima di un Pil al -6%. Di qui la necessità di una corposa iniezione per l’economia, a partire dal decreto per sbloccare altri 200 miliardi di liquidità alle imprese, che sarà in Cdm venerdì.

Ma i partiti di maggioranza, Iv in testa, chiedono ogni giorno di più e l’opposizione non depone le armi. A Palazzo Chigi Giorgia Meloni strappa una risata a tutti quando, alla richiesta di sfoltire gli emendamenti al decreto Cura Italia, risponde che Iv ne ha presentati di più.

Ma i toni si riscaldano a più riprese e tra Conte e Matteo Salvini va in scena un teso botta e risposta quando il leader leghista in una nota denuncia le falle dell’Inps e il premier lo invita a non “alimentare disordine o soffiare sul malcontento” in un momento così “drammatico”. Il leader della Lega così come Antonio Tajani per Fi chiedono risposte e fatti concreti.

(di Serenella Mattera) (ANSA)

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