Coronavirus, Accademia dei Lincei: “Una medicina di guerra”

Un uomo a Roma in giro con una busta di plastica in testa e la mascherina..
Un uomo a Roma in giro con una busta di plastica in testa e la mascherina.. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Una medicina di guerra, nata sulla scia dell’emergenza di una pandemia ha colto impreparata l’Italia come molti altri Paesi e che presenta il durissimo conto dei pericoli ai quali l’anti-scienza espone la società: così l’Accademia dei Lincei descrive la situazione che sta emergendo nei Paesi più toccati dalla circolazione del coronavirus SarsCov2.

Lo fa nel Rapporto Covid-19, a cura di Maurizio Cecconi, Guido Forni e Alberto Mantovani, della Commissione Salute dell’Accademia. E ‘il primo dei documenti con cui ogni mese i Lincei intendono offrire “un’istantanea della situazione in un campo in rapidissima evoluzione”. E’ una corsa alle pubblicazioni, come alla sperimentazione di vecchi farmaci da utilizzare contro il nuovo virus e alla ricerca di nuovi farmaci e vaccini mirati.

“Con i limiti della metafora, si può dire che stiamo sperimentando una medicina di guerra ed una ricerca di guerra. Troppo spesso siamo chiamati a rispondere al dramma dei pazienti con approcci empirici”, si legge nel documento. E’ un emergenza in cui “una valutazione rigorosa dei dati rimane e diventa sempre più un obbligo assoluto”.

Tante le sfide in arrivo che richiederanno scelte razionali, prima fra tutte quella della riapertura dopo il lockdown. Secondo i Lincei alternare blocchi rigidi e mitigazione potrebbe essere la strada più probabile per ripartire. “Ci si può aspettare che, con l’attenuarsi della drammaticità della situazione del Nord Italia, potranno venir imposti periodi successivi di lockdown e di mitigazione per andare incontro alle necessità delle società e, allo stesso tempo, controllarle le possibili ondate successive dell’epidemia”.

Servirà prudenza perché quando sarà tolto il blocco totale, “il rimbalzo dei nuovi casi che possono nascere dalle nuove vie di contagio potrebbe richiedere l’imposizione di un blocco successivo o addirittura di una serie di blocchi realizzati con un andamento periodico”.

Fra gli strumenti che potranno aiutare a gestire al meglio la riapertura gli esperti indicano i test sierologici per individuare gli anticorpi contro il virus SarsCoV2: potranno dare anche “informazioni essenziali sulle persone che possono tornare al lavoro, pressoché senza pericolo, quando i lockdown vengono attenuati o eliminati”.

Guardando al futuro, infine, “la lezione sui pericoli di atteggiamenti anti-scientifici e sugli errori nell’allocazione delle risorse che l’Italia ed il mondo stanno vivendo è complessa e durissima, così dura che oggi non si può avere un’idea chiara del ‘dopo’ che ci sta aspettando”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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