Verso l’annullamento della processione di San Gennaro, mai successo

Un momento della processione per i vicoli del centro storico che ha preceduto la cerimonia del miracolo di San Gennaro,
Un momento della processione per i vicoli del centro storico che ha preceduto la cerimonia del miracolo di San Gennaro, Napoli, 5 maggio 2018. ANSA/CIRO FUSCO

NAPOLI. – Impossibile, ai tempi del coronavirus, radunare migliaia di persone in strada. Vanno così verso l’annullamento due delle celebrazioni religiose più affollate di inizio maggio, la processione di San Gennaro a Napoli e la festa di Sant’Efisio a Cagliari.

In entrambi i casi si ipotizzano riti alternativi, senza assembramento di fedeli, ma le rispettive curie arcivescovili non hanno ancora preso decisioni. Una cosa è certa: né la peste né le eruzioni fermarono a Napoli il corteo delle reliquie del patrono, ci riuscirà il Covid 19.

“Uno stop della processione? Non è mai successo prima – ricorda lo storico Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro – nemmeno durante la guerra”. Una eventuale celebrazione potrebbe svolgersi senza fedeli, come ipotizza Riccardo Imperiali di Francavilla, della Deputazione di San Gennaro, il sodalizio di discendenti di famiglie nobili che custodisce le reliquie a nome della città.

“La processione è da escludere per l’inevitabile promiscuità della situazione, con tantissime persone gomito a gomito – afferma. – Sarebbe auspicabile una cerimonia nella Cappella con una processione simbolica all’interno, per non interrompere la tradizione”.

Un rito a porte chiuse, proprio come saranno le celebrazioni pasquali presiedute in duomo dal cardinale Crescenzio Sepe e diffuse attraverso un’emittente televisiva campana. Una decisione che “sarebbe molto triste – prosegue Imperiali di Francavilla – ma in questo senso deve prevalere il rispetto delle misure e il buon esempio deve partire dalle istituzioni. Il nostro santo ci protegge anche senza la processione. In ogni caso il 2 maggio pregheremo affinché finisca questa epidemia”.

La processione delle reliquie del santo si svolge da secoli dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara, attraversando il cuore della città, nel sabato che precede la prima domenica di maggio. La folla segue, attraverso i vicoli dei Decumani, il busto d’argento dorato che contiene secondo la tradizione alcune ossa del martire, e soprattutto il reliquiario che custodisce le ampolline del sangue del patrono.

E’ uno dei tre appuntamenti annuali in cui i fedeli attendono il prodigio della liquefazione: le altre date sono il 19 settembre e il 16 dicembre. Gli annali del miracolo riportano con evidenza le occasioni in cui i napoletani si rivolsero a San Gennaro chiedendo protezione contro le calamità naturali, dalla peste alle eruzioni del Vesuvio: stavolta la preghiera contro il coronavirus sembra destinata ad avvenire a distanza, magari in streaming o davanti alla tv.

Anche la festa di Sant’Efisio a Cagliari è a rischio, almeno nella versione degli ultimi decenni, quella conosciuta in tutto il mondo per la lunga processione in abiti tradizionali della Sardegna: impossibile pensare a una invasione di decine di migliaia di fedeli davanti al rischio contagio da coronavirus. E dalla rete spunta una possibile alternativa: il simulacro del martire in giro per tutta la città, quartiere per quartiere, a bordo di un pulmino di fronte ai fedeli affacciati ai balconi.

(di Mariano del Preite/ANSA)

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