Alitalia: ok Ue a Stato ma a prezzi mercato. Rinvio Cigs

Un aereo Alitalia prende il volo.
Un aereo Alitalia prende il volo. (ANSA)

ROMA. – Nuovo rinvio per la chiusura della trattativa tra Alitalia e i sindacati sulla cigs mentre dall’Ue arriva il via libera alla nazionalizzazione, purché l’acquisto avvenga “a prezzi di mercato”.

Secondo quanto ha detto la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, ad un gruppo ristretto di media, tra cui l’ANSA infatti, “sulla proprietà siamo neutri. In situazioni come queste può darsi che uno Stato compri le azioni di una compagnia. Dipende dal modo in cui lo fa, se sia un aiuto di stato o meno. Se è fatto sul mercato, a prezzi di mercato, e in questo momento i prezzi sono bassi non è un problema”. “Se lo fa in altro modo ci può essere un problema, e in questo caso può essere fatta una notifica individuale”.

Nel frattempo in Italia anche l’ultima riunione sulla trattativa fra la compagnia e i sindacati si è chiusa con la decisione di concedere un’altra settimana di tempo (la riunione è stata aggiornata al 10 aprile) per raggiungere un accordo tra le parti sulla richiesta dell’azienda di mettere in cassa fino a fine ottobre oltre 6.800 dipendenti.

Il nodo resta il mancato pagamento dell’integrazione della cigs da fine settembre a dicembre 2019, sul quale i sindacati tornando ad appellarsi al Ministero del lavoro affinché sblocchi la situazione.

Da questo problema irrisolto è ripartito il confronto in videoconferenza tra Alitalia, sindacati e Ministero del lavoro. Ma nel corso dell’incontro, cui ha partecipato la sottosegretaria al lavoro Francesca Puglisi, spiegano fonti sindacali, non sono arrivate però dal Ministero le risposte attese da mesi, sui temi che hanno sinora privato 5000 lavoratori Alitalia dell’integrazione del Fondo di solidarietà del trasporto aereo.

“La riunione non ha ancora portato ad un esito positivo e pertanto proseguirà il 10 aprile”, spiegano al termine della riunione Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA. I sindacati sottolineano la loro disponibilità “a giungere ad un accordo al più presto”, ma chiedono di superare questo scoglio, con la pubblicazione degli attesi decreti attuativi:

“Il Ministero deve assumersi le proprie responsabilità, mettendo mano immediatamente ai blocchi di carattere burocratico, per superare gli ostacoli che, ancora oggi, hanno reso impossibile a 5.000 lavoratori di percepire le integrazioni salariali già a partire dal mese di ottobre 2019. L’inerzia del sistema in questo momento non è più accettabile e i lavoratori hanno bisogno di risposte subito”.

La nuova procedura di cigs chiesta dall’azienda interessa complessivamente 6.828 lavoratori, di cui 5.653 solo per far fronte all’emergenza coronavirus. Numeri in crescita di quasi tremila unità rispetto alla richiesta iniziale di Alitalia, proprio per l’aggravarsi della situazione legata al Covid-19.

E in questo contesto di forte crisi per il settore, che ha portato i ministri di Italia, Germania, Francia e Spagna ad appellarsi all’Ue per aiutare tutto il comparto dei trasporti, soffre anche la low cost Ryanair: la compagnia irlandese registra a marzo, nel mese di piena emergenza per il diffondersi del coronavirus, passeggeri dimezzati rispetto allo scorso anno (sono stati 5,7 milioni contro il 10,9 milioni dello stesso mese del 2019, con un -48%), e stima che la flotta resterà in gran parte a terra almeno per aprile e maggio.

(di Enrica Piovan/ANSA)