Famiglia Ippolito, una vita a tutto gas

Andrea Ippolito insieme al suo pupillo Johnny Cecotto. foto cortesia

CARACAS – Il rombo dei motori è un marchio di famiglia in casa Ippolito. In Venezuela, appena viene nominato questo cognome si associa con quello delle moto, nello specifico con la casa giapponese della Yamaha.

Il mondo dei motori è nel Dna della famiglia Ippolito: il padre Andrea è stato pilota, manager e dirigente sportivo. Vito negli anni ’90 è stato presidente della Federación Motociclista Venezolana (Fmv) ed anche della Uniòn Latinoamericana de Motoclismo (Ulm), fondata dal padre nel ‘74.

“La passione per i motori viene senz’altro dalla mia famiglia, perché mio padre (Andrea, n.d.r) era corridore di moto in Italia e quando è arrivato in Venezuela nel 1954 ha continuato a correre. Sin da ragazzino ho vissuto in un ambiente circondato dalle motociclette” confessó in un’intervista rilasciata alla Voce qualche anno fa Vito.

Andrea Ippolito, era nato a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Sbarcò in Venezuela quando aveva 30 anni, ma non arrivò solo, con lui oltre una valigia piena di sogni portó la sua motocicletta: un MV Augusta 203.

Ippolito in sella alla sua moto. foto cortesia

Una volta stabilito nella terra di Bolívar, Andrea, salí in sella ed iniziò a gareggiare in diverse prove e fondò la Casa de la Moto nei pressi del rione capitolino La Bandera. In principio, era rappresentante della Ducati in Venezuela. Poi ad inizio anni ’60 siglò un accordo con la Yamaha e creó la ditta Venemotos.

Come pilota, Andrea ha portato a casa diverse vittorie internazionali. Ma, in casa Ippolito, c’era un’altro personaggio che si stava facendo un nome sull’asfalto: Vito che a bordo dei kart faceva parlare di sé.

Andrea, appesa la tuta ed il casco, lavora con il suo team Venemotos-Yamaha dove, nl 1972, aiuta ad un certo Johnny Cecotto, allora 16enne. Dopo tre anni, questo sodalizio regala il primo titolo mondiale di motocilismo al Venezuea nella categoria 350 cc. L’anno successivo vice il títolo nella classe 750 cc.

Vito Ippolito é stato presidente della FIM. foto cortesia

Dopo la morte del padre, nel 1983, Vito prende le redini del team Venemotos-Yamaha, squadra con cui Carlos Lavado vinse i campionati mondiali della classe 250cc nelle stagioni ‘83 e ’86. A cavallo del 1988 e 1999 Ippolito è stato l’organizzatore del Gran Premio del Venezuela della classe 250 cc

Fuori dalle piste, Vito Ippolito ha conseguito una laurea in Filosofia, è stato uno dei fondatori e giocatore del Caracas-Yamaha (attualmente Caracas FC), squadra di calcio che sotto la sua direzione è arrivata dalle categorie inferiori fino alla serie A venezuelana.

Tra il 1988 e 1999 ha organizzato nella terra di Bolívar tappe del Mondiale di Motocross. Nel 2006, assume la presidenza della Federazione Internazionale di Motciclismo (FIM), diventando il primo presidente non europeo che occupa quest’incarico.

Vito é stato alla guida della FIM dal 2006 fino al 2018, durante tre mandati, prima di cederé la poltrona al portoghese Jorge Viegas.

Pochi giorni fa, l’imprenditore italo-venezuelano, ha rilasciato un’intervista a “El Nacional” dove ha parlato anche di Covid-19 e di come passa le sue giornate. “In questo periodo non posso fare tante cose. Leggo tanto tutti i giorni, cerco di mantenere tutto in ordine a casa. Penso che questa quarantena é un sacrificio che tutti dobbiamo fare, data la magnitudine che ha raggiunto questo virus. A nessuno piace essere rinchiuso in casa, ma é una cosa necessaria. Bisogna evitare nuovi contagi e sopratutto bisogna evitare i decessi”.

(di Fioravante De Simone)

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