Coronavirus: Confcommercio, a Norcia viene meno la speranza

(ANSA) – NORCIA (PERUGIA), 04 APR – “E’ di nuovo tutto chiuso, una tragedia nella tragedia, sembra di stare dentro un film dell’orrore. Ma questo è il secondo atto, il primo lo stiamo vivendo da oltre 3 anni con il dopo sisma”. Parole di Alberto Allegrini, responsabile di Confcommercio Valnerina e imprenditore del settore turistico di Norcia, che pronuncia camminando per le strade e piazze praticamente deserte della città di San Benedetto – raggiunte dall’ANSA – dopo un mese di emergenza coronavirus. I negozi, anche quelli che potrebbero stare aperti come le norcinerie, sono tutti chiusi. Di gente in città se ne incontra soltanto un po’ davanti a una banca in attesa del proprio turno allo sportello. Chi vende frutta e verdura carica delle casse su un furgone per le consegne a domicilio. “Il terremoto – dice Allegrini – in pochi secondi ci aveva fatto tornare indietro di 45 anni, facendoci venire meno le nostre case e i nostri locali, ma adesso, con questa emergenza che si somma al dopo sisma, ci sta venendo meno la speranza”. Il Covid-19 è come se stesse intaccando anche la proverbiale resilienza dei nursini: “Noi ce la metteremo tutta per uscirne da questa situazione – aggiunge il rappresentante di Confcommercio – ma le domande che ci facciamo sono, intanto, quando terminerà l’emergenza sanitaria e poi: quanto tempo ci vorrà perché i turisti tornino a Norcia? Quando la gente di qui potrà uscire dalle case?”. “Se subito dopo il sisma ti tremava il cuore entrando dentro il centro storico, adesso si rischia di impazzire”, dice ancora l’imprenditore. Dentro alcune norcinerie c’è qualcuno che sta preparando alcuni pacchi da spedire a distanza, come Claudio Funari: “Ancora una volta ci stiamo aggrappando alla solidarietà degli italiani, ma questa volta è molto più dura di 4 anni fa. Come sarà il dopo coronavirus? – si chiede – Sarà molto dura, perché la prospettiva adesso si è azzerata”. (ANSA).