Serie A unita taglio ingaggi 2-4 mesi. No Aic: ”Vergogna”

Il presidente della Lega Seria A Paolo del Pino.
Il presidente della Lega Seria A Paolo del Pino. (ANSA)

MILANO.  – Il calcio cerca di sopravvivere al coronavirus, la Fifa si prepara a prorogare la stagione a tempo indeterminato per salvare i campionati e in Italia è scontro sugli stipendi. La Lega Serie A si è compattata per definiré linee guida comuni su un taglio, da un terzo a un sesto, se si concluderà o meno la stagione.

Uno scarica barile secondo l’Assocalciatori che respinge la proposta “vergognosa”, comunque senza valore giuridico: ogni club dovrà negoziare le riduzioni con i singoli giocatori, che potrebbero ottenere anche condizioni meno penalizzanti.

É dura la reazione del presidente dell’Aic, Damiano Tommasi. “Come ha detto Messi – ha spiegato all’ANSA -, non riesco a capire la logica imprenditoriale alla base di questo comportamento: mettere in cattiva luce i giocatori, principali protagonisti dello spettacolo, quando tutti o quasi stanno già discutendo con i club come uscire insieme da questa crisi. Mi pare una follia”.

Naufragata la trattativa per il congelamento dei pagamenti (la Lega voleva 4 mesi, l’Aic 1) in assemblea i club hanno accelerato, facendo fronte comune come di rado accade. La formula definita dal presidente della Lega Paolo Dal Pino e dall’ad Luigi De Siervo è stata votata all’unanimità. A eccezione della Juventus, che ha già un accordo interno.

Giocatori e staff tecnico bianconeri avranno una decurtazione fra l’8% e il 12%, inferiore a quella varata dalle altre squadre “per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano”.

La soluzione prevede una riduzione per giocatori, allenatori e tesserati pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (4 mensilità medie onnicomprensive) se non riprenderà l’attività sportiva, e  di 1/6 (2 mensilità) se nei mesi prossimi si concluderà la stagione.

“Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati”, è la chiosa della Lega. Ed è “l’unica parte rilevante del comunicato” per il vicepresidente dell’Aic, Umberto Calcagno, secondo cui “è chiara l’indicazione che si vuol far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi”. Facile prevedere contenziosi se verrà applicata la scure con tali percentuali.

Si fa largo l’ipotesi di concludere i campionati in autunno se non sarà possibile in estate. Si vogliono evitare cause legali, ma anche l’emorragia di sponsor e guai con le pay tv, potenzialmente letali per alcuni club.

“Il settore calcio vivrà una situazione estremamente difficile, anche in caso di ripresa”, è la versione della Lega, secondo cui sarebbe “a repentaglio la tenuta di tutto il sistema” che rivendica di sostenere “da sempre grazie al contributo mutualistico versato per le serie minori e gli altri sport”.

Un ragionamento per nulla gradito al presidente della Federbasket, Gianni Petrucci: “Specifichi quali sport finanzia, perché di sicuro non lo fa con il basket”.

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