Raffica di contagi senzatetto, dormitori ‘ingestibili’

Un senzatetto dorme in un sacco a pelo sotto i portici delle vie centrali di Torino, 17 marzo 2020.
Un senzatetto dorme in un sacco a pelo sotto i portici delle vie centrali di Torino, 17 marzo 2020. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – “Siamo carne da macello, ci hanno abbandonato tutti”: è il grido di dolore di un senzatetto, la mascherina sul volto a coprire le rughe di una vita in strada e lo sguardo spento di chi crede di non avere futuro. Sono sempre più numerosi, a Torino, i contagi tra le persone come lui e, dopo l’allarme case di riposo, ora l’emergenza riguarda anche i dormitori.

Altri cinque ospiti sono stati portati via in ambulanza dalla struttura di via Reiss Romoli. La presidente della cooperativa che la gestisce, Cinzia Policastro, denuncia una situazione “ingestibile”. E l’amministrazione comunale annuncia l’allestimento di nuove strutture.

“Negli ultimi giorni c’è stato un incremento di casi di ospiti con sintomatologia da Covid-19. Si è quindi proceduto a valutare l’estensione dei servizi di accoglienza in nuovi spazi”, conferma l’assessora al Welfare, e vicesindaco di Torino, Sonia Schellino, intervenuta in Consiglio comunale sulla questione, mentre il sindacato Cub Sanità annuncia un esposto in Procura.

“I dormitori sono servizi pubblici essenziali e sin dall’inizio dell’emergenza abbiamo deciso di tenerli aperti, anche se inizialmente non sono state date linee guida nazionali per questo settore, arrivate successivamente – spiega -. Abbiamo acquistato Dpi adeguati e altri ne abbiamo chiesti alla Protezione Civile, sono stati eliminati alcuni posti per permettere il distanziamento, creandone altri anche in strutture ad hoc, così che i posti non sono diminuiti e non è mai stato mandato via alcun ospite. È stato inoltre chiesto ai gestori – aggiunge – di prevedere una chiusura di sole 4 ore al giorno degli spazi, necessarie per la sanificazione, e sono state attivate procedure di accesso di pre-triage e da attuare in caso di positività”.

Nel giorno in cui l’epidemia ha registrato in Piemonte una impennata di vittime, 93 contro le 47 di ieri, e di contagi, 600 in più nelle ultime 24 ore, il coordinatore dell’Unità di crisi regionale, Vincenzo Coccolo, e Antonio Rinaudo, head of legal della struttura, hanno effettuato un sopralluogo nell”ex ospedale Maria Adelaide, da tempo chiuso.

E’ stato individuato, insieme al V Padiglione di Torino Esposizioni, per dare accoglienza in sicurezza a 120 senza dimora. “Lavoriamo per fare in modo che siano operativi nell’arco di una settimana”, precisa Rinaudo. Perché tempo da perdere non ce n’è.

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