Mascherine, prezzi alle stelle e denunce per truffe

La protezione civile di Brescia mentre scarica le mascherine che verranno consegnate ai comuni per fronteggiare l'emergenza del coronavirus (CoVid19)
La protezione civile di Brescia mentre scarica le mascherine che verranno consegnate ai comuni per fronteggiare l'emergenza del coronavirus (CoVid19), Brescia 6 aprile 2020. ANSA/SIMONE VENEZIA

ROMA. – Le mascherine continuano a restare al centro dell’attenzione nel confuso panorama degli obblighi, dei consigli e delle dichiarazioni di inutilità contro la pandemia. Se da un lato alcune regioni e città italiane le hanno imposte, d’altro canto la dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) – che ha definito l’uso delle mascherine non sufficiente a fornire una protezione adeguata contro il Coronavirus – ha creato molto disorientamento.

Nonostante ciò i medici, sia quelli di famiglia che gli ospedalieri, indicano come buona pratica per chi deve uscire di casa, per esempio per fare la spesa, di indossarla correttamente sia sul naso che sulla bocca. E infatti i cittadini, dopo settimane in cui non si trovava una mascherina neppure a pagarla oro, adesso fanno la fila davanti alle farmacie per acquistarle.

Non senza rabbia, perché i prezzi sono diventati esorbitanti. Per una singola mascherina chirurgica nelle farmacie si possono spendere fino a 2 euro, in altre da 1 euro e 20 a 1 euro e 60 centesimi. Quelle lavabili costano 20 euro l’una e le Ffp2-3 non sono disponibili.

E resta la piaga delle truffe come nel caso di quella scoperta a Francavilla Fontana dove la GdF ha sequestrato 700 mila euro versati ad un’azienda che non ha mai consegnato gli ordini realizzati on line. “Per evitare sgradevoli episodi di speculazione, abbiamo chiesto alle istituzioni di imporre un margine di ricarico sui lotti di mascherine consegnati alle farmacie. I farmacisti stanno aspettando indicazioni chiare. Bisogna arrivare a un prezzo accessibile per tutti”, interviene il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia.

Che inoltre sollecita le autorità affinché forniscano tutte le informazioni necessarie sull’utilizzo: “Devono dire chiaramente chi le deve indossare, quando, quanto dura una mascherina chirurgica, una lavabile, una Ffp2, e se si possono vendere quelle senza il marchio Ce: su questi argomenti c’è ancora troppa confusione e i farmacisti non riescono a dare risposte precise ai cittadini, per questo servono indicazioni trasparenti dalle amministrazioni”.

In questi giorni per evitare episodi di accaparramento, Federfarma ha anche chiesto di poter ‘sconfezionare’ le buste da 50 o 100 mascherine in modo da venderle singolarmente. “Questo – dice – evita anche l’acquisto di interi pacchi che poi potrebbero essere venduti al nero dalla criminalità organizzata. Contro chi nelle settimane scorse ha alzato i prezzi in modo vergognoso ci costituiremo parte civile”.

Insomma, che vi sia o no la sicurezza che una mascherina faccia la differenza nella protezione dal virus, si continua ad acquistarle nella speranza che una piccola protezione comunque ci sia. Speranza confermata dai medici: “Quelle chirurgiche fanno poco ma in caso di colpo di tosse o starnuto riducono la gittata delle goccioline e vanno buttate dopo qualche ora – dice Carlo Palermo dell’Anaao Assomed – le Ffp2 e Ffp3 devono essere usate solo dal personale sanitario, se le usa anche un asintomatico dalle valvole il virus esce. Quelle che funzionano bene per tutti sono le NK95 che proteggono chi le porta e pure gli altri”.

L’Oms, pur ritenendole insufficienti, raccomanda di applicarle bene su naso e bocca e controllare che non ci siano spazi, di non toccare l’interno con le mani, non riutilizzare quelle usa e getta e lavarsi le mani dopo averle tolte.

(di Silvana Logozzo/ANSA)

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