Lo sfogo del capo Oms: “Basta politicizzare il virus”

Il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Imm agine d'archivio. (ANSA/EPA)

ROMA. – “Politicizzare il coronavirus è come giocare col fuoco”. Il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus risponde agli ultimi attacchi del presidente americano Donald Trump e nel consueto briefing sul Covid-19 si lascia andare ad un duro sfogo.

“Non bisogna usare il coronavirus per guadagnare punti politici”, sono le parole dell’ex ministro degli Esteri dell’Etiopia che chiede a tutti gli Stati travolti dalla pandemia di restare uniti al loro interno e solidali verso l’esterno.

“Il virus può infilarsi tra le fratture della politica. Il focus di tutti i partiti in ogni nazione deve essere salvare la vita delle persone”, sottolinea Ghebreyesus che per la prima volta dall’inizio dell’emergenza – sono 100 giorni da quando l’Oms ha avuto notizia di primi casi di “polmonite misteriosa” in Cina – perde la sua consueta calma.

E parla degli attacchi razzisti e delle minacce di norte ricevute in questi tre mesi. “Non mi interessa essere attaccato mentre ci sono persone che muoiono”, dice rivelando, tra l’altro, di essere stato chiamato “negro” dal ministro degli Esteri di Taiwan. “Io non ho complessi di inferiorità e sono fiero di essere “negro” ma se tutta la comunità africana viene attaccata allora non sono disposto a tollerarlo”, dichiara il medico, nato ad Asmara 55 anni fa.

Non si rivolge direttamente al presidente americano ma è evidente che il messaggio è per Trump quando dice “se non volete ancora più sacche per i cadaveri, mettete in quarantena la politicizzazione del virus. É come giocare con il fuoco”.

Ostenta sicurezza anche di fronte alla minaccia dell’amministrazione di ritirare i fondi all’Organizzazione. “Se c’è la solidarietà mondiale, le risorse non saranno un problema”, e ringrazia gli Usa per il contributo dato sin qui.

Il capo dell’Oms parla anche dei rapporti con la Cina e nega qualsiasi tipo di condizionamento da parte di Pechino. “Noi rispettiamo e lavoriamo con ogni nazione. Consideriamo tutti alla pari. In che modo la Cina ci avrebbe influenzato?”.

Quindi un appello a Washington e Pechino a lavorare insieme. “Questo virus è pericoloso!”, ripete quattro-cinque volte con un’enfasi inedita, segno che la battaglia sul fronte sanitario, económico e anche politico, è ancora lunga.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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