Fiducia del Senato al Cura Italia, ma il Parlamento si spacca

Coronavirus: voto sullo scostamento di Bilancio al Senato
Coronavirus: voto sullo scostamento di Bilancio al Senato. (ANSA)

ROMA. – Il Cura Italia ha superato la prova del Senato. Il decreto da 25 miliardi con le misure di contrasto al coronavirus è stato approvato con la fiducia: 142 sì, 99 no e 4 astenuti. Ora verrà trasmesso alla Camera. Per la prima volta, un provvedimento varato dal governo per far fronte all’emergenza sanitaria non è passato con accordo bipartisan. In Aula nessun clima da unità nazionale.

Dall’opposizione sono volate urla e accuse, complice anche il ‘giallo’ della bollinatura, cioè del via libera che la Ragioneria dello Stato dà alle misure dopo averne valutata la copertura economica.

Già in avvio di seduta il clima era teso. Le opposizioni avevano annunciato che avrebbero votato contro, accusando il governo di aver scritto il provvedimento da solo, di non aver tenuto conto dei suggerimenti, malgrado gli incontri e le cabine di regia.

“Con l’apposizione della fiducia – ha detto Giorgia Meloni – viene definitivamente smascherata la farsa della presunta volontà di condivisione da parte del governo Conte”. Mentre Salvini ha definito il decreto “una presa in giro per milioni di italiani che non vedranno una lira”.

A dare un nuovo là allo scontro in Aula è stato, poi, l’inciampo sulla bollinatura. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, prima ha posto la questione di fiducia poi, terminato il dibattito, ha chiesto uno stop dei lavori di un quarto d’ora.

A quel punto, l’opposizione ha protestato: “E’ stata chiesta la fiducia – ha detto il leghista Roberto Calderoli – e sono state fatte le dichiarazioni di voto. Ora si vota sul testo depositato e basta”.

Il sospetto era che non ci fosse ancora una versione definitiva e che si volessero – o dovessero, alla luce dei rilievi della Ragioneria – modificare delle misure, cambiando così l’impianto esaminato dalla commissione, dove maggioranza e opposizione si sono confrontate sulla sostanza del decreto.

In realtà, i rilievi della Ragioneria riguardavano soprattutto norme doppione, contenute sia nel Cura Italia sia nel successivo decreto Liquidità. Il giallo si è sciolto con il nuovo via libera della commissione, che ha permesso di procedere col voto di fiducia.

“Malgrado il pasticcio bollinatura – ha spiegato il capogruppo al Senato di Fdi, Luca Ciriani – il testo approvato è comunque quello uscito dalla commissione Bilancio. Su questo aspetto, non abbiamo rilievi da fare”. Soddisfatto il ministro D’Incà: “Abbiamo definito un quadro normativo chiaro in tempi Brevissimi. Nonostante qualche tensione, ringrazio chi ha lavorato per migliorare il testo”.

Fra i provvedimenti contenuti nel Cura Italia, la Cassa integrazione in deroga estesa a tutta Italia, le misure per dotare le strutture sanitarie degli strumenti necessari a combattere il coronavirus, l’aumento degli straordinari per i medici e la possibilità di mettere sotto contratto sanitari ancora in formazione.

E poi il bonus babysitter, la proroga degli sfratti, il fondo garanzia per le imprese, il rinvio delle scadenze o la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi per le piccole imprese, per i professionisti e le partite iva. Il decreto prevede anche 600 euro per i lavoratori autonomi.

I dettagli della misura hanno sollevato le proteste della Cassa previdenziale dei dottori commercialisti, che lamenta una sovrapporsi di norme e critica “la modifica della platea di riferimento dei destinatari dell’indennità, limitata ai soli iscritti esclusivamente all’Ente di previdenza privato”.

Contraria al complesso del decreto la capogruppo di Fi al Senato, Anna Maria Bernini: “Al netto degli annunci, siamo al 9 aprile ed ancora gli italiani, gli imprenditori, i cittadini italiani non hanno ricevuto un euro”.

(Giampaolo Grassi/ANSA)

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