Nei negozi per bimbi, è corsa al cambio di vestiti da cerimonia

Cambio di abiti su un manichino di bambino in vetrina a Napoli.
Cambio di abiti su un manichino di bambino in vetrina a Napoli. ANSA / CIRO FUSCO

NAPOLI. – “E’ venuto qualcuno a comprare corredini necessari per bimbi che stanno per nascere. Niente di più, per la maggior parte del tempo abbiamo risposto al telefono a chi ci chiede di cambiare vestiti per cerimonie già acquistati e che dovranno essere di taglia diversa perché si useranno in autunno”.

Così Giovanni Martone descrive il primo giorno di apertura dei negozi per bambini a Napoli. Il suo è un negozio storico e famoso, è su Corso Umberto ed è un must per i vestiti eleganti, per quei completini per battesimi e prime comunioni che inorgogliscono le mamme.

Il “Rettifilo”, com’è noto Corso Umberto a Napoli, è deserto e il primo giorno di riapertura non è incoraggiante. Martone è d’accordo anche sulla limitazione imposta dal governatore De Luca in Campania: negozi per bimbi aperti solo di martedì e venerdì, al mattino.

“E’ giusto – spiega Martone, che aveva chiuso il 10 marzo – non aprire tutti i giorni sia perché il lavoro è esiguo sia per la sicurezza nostra e dei dipendenti. Il rischio ancora alto, la maggior parte dei commessi è in cassa integrazione”.

Stesso scenario anche al Vomero, dove i negozi per abbigliamento per bimbi hanno riaperto ma anche nella zona pedonale di via Scarlatti c’è pochissima gente in giro. Tutine, body, copertine per la culla, intimo, questo è quello che si è venduto oggi.

Niente vestitini da cerimonie: “I clienti – dice Martone – ci dicono che per battesimi e comunioni le chiese non sanno neanche indicare una data”. La strada delle cerimonie per eccellenza è via Duomo, costellata di vetrine per i matrimoni e di vestitini per bimbi.

“Aprire due volte a settimana è anche troppo – spiega Marinella, titolare del negozio “Cose di Marinella” – qui non c’è anima viva in giro. La gente ha paura, non esce, e noi temiamo per le rapine in questo deserto. Intanto abbiamo tutta la collezione primavera-estate già arrivata poco prima del lockdown, e i fornitori ci chiedono di pagare. E quando probabilmente la gente tornerà in strada saremo ai saldi”.

Un altro membro della famiglia Martone, Marcello, ha un outlet su via Duomo: “Abbiamo aperto per nulla oggi – spiega – è entrata solo una signora che cercava una maglietta da cinque euro. Capisco che è giusto far prendere un po’ d’aria ai bimbi, ma così non ha senso stare aperti, era meglio riaprire insieme agli altri negozi, anche se intanto i grandi siti come Amazon ci ammazzano”.

E così anche i negozietti si convertono all’online: “Non è venuto neanche un cliente – spiega Stefania del negozio “Le bambole” – ma lo sapevamo. Ci siamo dedicate a fare le foto ai vestitini per aumentare l’assortimento online. Forse venerdì verrà qualcuno, speriamo, ma i genitori hanno paura di far uscire i bimbi di casa”.

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