Agcom, stop a copie ‘pirata’ quotidiani su Telegram

Lo schermo di un cellulare con l'app Telegram.
Lo schermo di un cellulare con l'app Telegram. EPA/MAURITZ ANTIN

ROMA. – Stop a sette canali di Telegram che violano il diritto d’autore online. L’Agcom mette un freno alla diffusione di copie ‘pirata’ dei quotidiani sulla piattaforma di messaggistica istantanea, che, in seguito all’apertura di una istruttoria, ha deciso di adeguarsi, sia pure parzialmente, alle indicazioni dell’Autorità.

Si scrive così un capitolo importante di una vicenda da tempo portata all’attenzione pubblica dalla Federazione degli editori, che esprime soddisfazione per la decisione ma chiede una modifica normativa che consenta di ampliare i poteri dell’Autorità.

La Fieg aveva chiesto, in particolare, la rimozione di tutte le edizioni digitali di testate pubblicate su Telegram, nonché di sospendere l’accesso all’intera piattaforma. Una richiesta, quest’ultima, che Agcom spiega però di non poter attuare.

L’Autorità ribadisce “il proprio forte e fattivo impegno a difesa della proprietà intellettuale, che ha dato luogo all’adozione del regolamento per la tutela del diritto d’autore online”, ma sottolinea che i suoi interventi devono svolgersi nei limiti di tale regolamento.

Provvedimenti autoritativi – spiega – possono essere adottati solo nei confronti di soggetti compresi nel perimetro dei propri poteri e, quando la violazione avviene sui canali di un sito ubicato fuori dal territorio nazionale, come nel caso di Telegram, l’Autorità non può che rivolgersi ai provider italiani che forniscono l’accesso a internet, ordinando eventualmente la disabilitazione dell’accesso all’intero sito, sulla base di criteri di proporzionalità.

“Allo stato attuale della legislazione un provvedimento di blocco indiscriminato – precisa Agcom – appare sprovvisto del necessario requisito”. Per legittimare un intervento diretto, sarebbe, secondo l’Autorità, necessaria una modifica della normativa che consenta di considerare stabiliti in Italia gli operatori che offrono tali servizi, in modo da poter adottare ordini di rimozione selettivi dei contenuti caricati in violazione del diritto d’autore.

L’Autorità, in applicazione del regolamento sul copyright, ha deciso, inoltre, di trasmettere gli atti alla magistratura, per consentirle di perseguire penalmente tutti gli autori delle violazioni. Agcom coinvolgerà anche la Polizia postale e la Guardia di finanza affinché perseguano gli utenti che caricano e condividono sulla piattaforma le copie dei giornali.

“Esprimo soddisfazione per la chiusura di 7 degli 8 canali segnalati dagli editori e ribadisco la necessità di proseguire con queste azioni di contrasto”, afferma il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, ricordando che negli ultimi due anni, gli iscritti ai canali Telegram esclusivamente dedicati alla distribuzione illecita di quotidiani e periodici sono triplicati, dai circa 180mila rilevati a fine 2018 ai 600mila di oggi.

“Occorre subito una modifica della normativa – aggiunge – che attribuisca all’Autorità specifici poteri di intervento su Telegram e per questo lanciamo un appello al governo e al Parlamento affinché diano risposte urgenti all’intera filiera della editoria”.

(di Michele Cassano/ANSA)

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