Si ferma il turismo religioso, crisi nella terra di San Pio

Un momento delle celebrazioni per la ricorrenza delle Sante Stigmate (30 settembre 2018) a Padre Pio da Pietrelcina in San Giovanni Rotondo.
Un momento delle celebrazioni per la ricorrenza delle Sante Stigmate (30 settembre 2018) a Padre Pio da Pietrelcina in San Giovanni Rotondo. ANSA/FRANCO CAUTILLO

SAN GIOVANNI ROTONDO. – Ruota quasi tutta attorno al turismo religioso e rischia il tracollo per il lock down la vita economica di San Giovanni Rotondo, il paese ai piedi del Gargano cresciuto attorno al santuario di San Pio e meta ogni anno di milioni di fedeli. Lungo la strada che ai tempi del frate portava alla chiesetta isolata in montagna e che ora è affiancata dalla imponente chiesa disegnata da Renzo Piano, si snoda una ininterrotta teoria di piccoli alberghi e B&B, da settimane chiusi per la pandemia.

Insieme con il commercio al dettaglio di oggetti sacri legati al culto del santo, queste attività muovono il 70% dell’economia del paese. Il resto gira attorno alla vita dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, struttura voluta e fondata da Padre Pio e realizzata grazie alle offerte dei devoti del Santo con le stigmate. La crisi sta interessando molte mete religiose in Italia.

A Padova, ad esempio, la basilica di Sant’Antonio tra marzo e maggio, quando i flussi resteranno fermi o molto bassi per effetto del coronavirus, la Basilica di Sant’Antonio arriverà a perdere circa 1,2 milioni di pellegrini, per un danno economico di circa 150 mila euro (su un totale di circa 500 mila euro all’anno), secondo la stima del rettore, Padre Oliviero Svanera.

Nei mesi primaverili, le offerte dei pellegrini (gestite direttamente dalla delegazione Pontificia) valgono circa 50 mila euro al mese: “tutti soldi – dice il direttore della Basilica – che servono a pagare venti addetti e a tenere in piedi un complesso imponente come il nostro, che richiede grandi spese anche per i piccoli interventi. Solo per fare un esempio, l’ultima riparazione delle grondaie ha richiesto un’impalcatura da 150 mila euro”.

Nell’area di San Giovanni Rotondo sono oltre cento le strutture ricettive chiuse per disposizione governativa, tra alberghi di piccola e media categoria e B&B. Piovono disdette dei fedeli anche in vista delle imminenti celebrazioni per la ricorrenza della nascita di San Pio del 25 maggio e, ancor prima il 5 maggio per la ricorrenza della fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza”.

“La nostra è una lunga stagione turistica – dice il sindaco Michele Crisetti- che inizia a marzo e si conclude a novembre. La punta massima di presenze di pellegrini si registra in occasione della rievocazione del Beato Transito di Padre Pio, nella notte tra il 22 ed il 23 settembre dove arrivano fedeli provenienti non solo da tutta Italia ma anche dall’Europa dell’Est e dall’America Latina. Ma allo stato attuale è impossibile quantificare le perdite per l’anno in corso”.

“Temiamo – riprende Crisetti – che a conclusione del periodo di quarantena e con le nuove disposizioni per il contenimento del contagio del Covid, molti degli alberghi non apriranno. I costi di gestione saranno sicuramente più alti rispetto al potenziale flusso di clienti”.

Lo scorso anno 400 mila pellegrini si sono fermati almeno una notte a San Giovanni Rotondo. Prima del lock down l’amministrazione comunale aveva pensato di puntare tutto sul turismo, decidendo di destinare importo della tassa di soggiorno alla promozione del settore trainante l’economia del paese.

Un collasso economico che ha coinvolto non solo gli alberghi, ma anche ristoranti e le tavole calde (circa 150) e i bar e i piccoli chioschi che vendono oggetti sacri. I timori per il futuro sono fortissimi, e così domani i titolari delle attività commerciali di San Giovanni Rotondo consegneranno simbolicamente al sindaco le chiavi dei loro esercizi.

(di Tatiana Bellizzi/ANSA)

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