Stretta di Facebook, via 2,5 milioni di post su mascherine e test

Profili di persone lavorando sullo sfondo la parola Facebook
Profili di persone lavorando. Sullo sfondo la parola Facebook

ROMA. – Con truffe, speculazioni e disinformazione online legate al coronavirus, Facebook prova a ‘ripulire’ la sua piattaforma. Dal primo marzo ha rimosso più di 2,5 milioni di post relativi alla vendita di mascherine, disinfettanti per le mani e kit di test per il coronavirus. E ad aprile ha messo un ‘alert’ su circa 50 milioni di contenuti a tema Covid-19.

Sono alcuni dati del ‘Community Standards Enforcement Report’ pubblicato periodicamente dalla società di Mark Zuckerberg, che dà conto delle azioni messe in campo in alcune aree sensibili, tra queste ci sono anche il linguaggio d’odio e il bullismo.

“Ad oggi – sottolinea Facebook – abbiamo indirizzato oltre 2 miliardi di persone verso le fonti messe a disposizione dalle autorità sanitarie attraverso il nostro Centro Informazioni sul Covid-19 e rimosso centinaia di migliaia di contenuti di disinformazione che potrebbero portare a danni fisici imminenti”. La piattaforma avverte che gli effetti della pandemia si potrebbero vedere sui prossimi report, poiché sono a casa molti revisori dei contenuti e la società fa leva sui sistemi automatizzati per scovare contenuti dannosi.

Proprio grazie all’Intelligenza artificiale, osserva, è aumentato il rilevamento ‘proattivo’, cioè quello che scatta prima delle segnalazioni degli utenti. Per il linguaggio d’odio Facebook è “in grado di rilevare quasi il 90% dei contenuti” che rimuove prima che vengano segnalati.

Su Instagram, invece, spiega che è migliorata la tecnologia di corrispondenza di testo e immagini per trovare più contenuti su suicidio e autolesionismo; di conseguenza è aumentata del 40% la quantità di contenuti su cui ha preso provvedimenti e del 12% la percentuale di rilevamento proattivo.

Riguardo il bullismo, oltre a nuovi strumenti per limitare le interazioni indesiderate, Instagram in sei mesi è intervenuta su 1,5 milioni di contenuti. Dal Report che copre il periodo ottobre 2019-marzo 2020, si evince che Facebook ha rimosso 15,3 milioni di hate speech (6,3 milioni provengono da organizzazioni che diffondono contenuti d’odio), 2,8 miliardi di account fake, 4,8 miliardi di contenuti spam.

E, nel quarto trimestre, ha raddoppiato le rimozioni di contenuti legati a droghe e sostanze illegali (8,8 milioni) e il maggior numero di contenuti di nudi infantili e di sfruttamento sessuale, sia su Facebook sia su Instagram. Contemporaneamente Facebook ha oggi presentato anche il Transparency Report che riguarda le richieste dei dati al social da parte dei governi di tutto il mondo: nel secondo semestre del 2019 sono state oltre 140mila, in crescita del 9,5% rispetto al semestre precedente. Dall’Italia sono pervenute 2.466 richieste.

(di Titti Santamato/ANSA)