Il magnifico nemico

Il magnifico nemico

Il ritratto raffigura Solimano I, detto il “Magnifico”. È di Tiziano, o almeno della sua bottega. Nato a Trebisonda nel 1494, Solimano fu sultano e padiscià dell’Impero ottomano dal 1520 fino alla sua morte nel 1566 e il monarca più importante d’Europa del XVI secolo. Portò l’Impero ai massimi fulgori. Sotto il suo regno lo Stato ottomano governava almeno 25 milioni di persone – allora un’enormità.

Sultano dell’Impero, Qaysar-ı Rum (Cesare dei “Romei”, i greci bizantini), Califfo dell’Islam, Amir al-Mu’minin (Comandante dei Fedeli) e Custode delle due Sacre Moschee, Solimano era il massimo nemico del cristianesimo della sua epoca. Assediò Vienna, conquistò l’Ungheria e buona parte dei Balcani, nonché vasti territori del Medio Oriente e del Nord Africa. Per un pelo, invitato a farlo dai francesi (in odio agli asburgici), non invase l’Italia. Le sue flotte dominarono il Mediterraneo, il Golfo Persico e il Mar Rosso.

È usanza moderna demonizzare il capo nemico. Solimano invece era piuttosto ammirato in Occidente, che gli dette per l’appunto l’appellativo di “Magnifico”. Tra gli Ottomani era il Kanuni, ”il Legislatore”. Parte della sua popolarità perdurante forse dipese dalla tradizione letteraria relativa a sua moglie Roxelana, nata – sempre per tradizione – in ciò che è oggi l’Ucraina come “Anastasia Lisowska”. Da giovane fu venduta all’harem del Topkapi, dove riuscì non solo a diventare velocemente la “favorita” del Sultano, ma a sposarselo e dargli l’erede al trono.

Solimano morì a Szigetvár, Ungheria, dopo un regno di 46 anni, nel corso dell’ennesima campagna di conquista. Per ragioni di stato fu necessario riportare il corpo nella capitale ottomana, ma il cadavere non ci arrivò per intero. Viste le difficoltà logistiche dell’epoca – il viaggio di ritorno richiese due mesi – si procedette ad asportare e a tumulare le viscere in loco.

Il corpo imbalsamato finì effettivamente a Costantinopoli, per essere sepolto a fianco dell’amata Roxelana, mentre un mausoleo e poi una moschea vennero eretti per segnare il luogo di sepoltura ungherese del cuore, del fegato e di alcuni altri organi. Però, nei 450 anni intercorsi se n’è persa ogni traccia. È da oltre un secolo che gli archeologi cercano a Szigetvár – senza successo – la prima, parziale, tomba di Solimano il Magnifico.

(di James Hansen)