C’era una volta…

C'era una volta un Paradiso chiamato Venezuela...
C'era una volta un Paradiso chiamato Venezuela...

Si. Un paese da fiaba. Proprio come nelle favole possedeva oro e diamanti, foreste ancora vergini, montagne dal picco nevoso, e spiagge dove l’estate era perenne. E ancora. flora e fauna abbondantissime, clima paradisiaco e persino un elemento che di solito nelle fiabe non viene mai nominato: il PETROLIO. La riserva più’ grande del mondo. ( Perché non esagerare? Tanto è una favola ).

Persino i suoi abitanti erano diversi da tutti: sempre pronti ad ospitare, ad accogliere chiunque giungesse e non importava da quale parte remota del mondo. Una volta arrivato il viaggiatore, lo straniero, l’emigrato, dopo il primo impatto, si adattava, si amalgamava, si trasformava addirittura, innamorandosi perdutamente dei luoghi, dei paesaggi, della gente, meravigliato e sorpreso perché li’, a differenza di altri paesi ridevano tutti, ma proprio tutti e spensieratamente.

FINE della favola. A cui però daremo un nome: VENEZUELA. Poi un brutto giorno questa terra sembrò essere stata sfiorata da una malefica bacchetta magica, artefice dei sortilegi più’ malvagi e paurosi, degni di uno dei racconti tratti da “LE MILLE E UNA NOTTE”, il cui libro però è stato scritto circa dieci secoli fa, mentre il Venezuela qui nominato è quello di oggi: ANNO DI GRAZIA 2020.

Poi.. le mani di molti CAINI si sono abbattute mortalmente sui propri fratelli. Sangue del loro sangue. Ed è proprio questa, in sintesi, la TRAGEDIA VENEZUELANA: non più figli della stessa terra ma nemici acerrimi pronti a colpire, ad annichilire, come mostruosi abitanti di chissà quale terrificante pianeta.

Oggi il Venezuela sembra quasi la TERRA DI NESSUNO contesa ma abbandonata, perché dove non c’è più LIBERTÀ tutto si affievolisce. Si spegne. Proprio come il cuore che privato dell’ossigeno senza il quale non può sopravvivere cessa di battere. Ma anche se da troppo tempo il male persiste, questi ha senz’altro un ciclo quasi una scadenza, perché nulla ma proprio nulla si protrae all’infinito.

Invece l’amore per la propria terra quello si perdura ed è la molla più poderosa, forse l’unica, che ha il potere di riscattare una nazione dalle sue miserie, e che a discapito di lutti e dolori oggi fa ancora credere in un futuro che per milioni e milioni di persone ha un nome: Venezuela.

Terra di lotta ma che non e’ancora riuscita a spezzare l’incantesimi malefico che l’ha sprofondata nella miseria , nella fame, nella disperazione e persino nella schiavitù’ lei cosi ricca e generosa patria natale di SIMON BOLIVAR. EL LIBERTADOR.

Ma tornerà ad essere libera perché ne ha il diritto, perché se lo merita, perché glielo dobbiamo. Per avere sempre offerto, incondizionatamente, rifugio e lavoro a chi lo necessitava, amicizia e ospitalità anche solo a chi la voleva conoscere meglio e più a lungo, affascinato dalla sua esuberante bellezza.

Ed è proprio la STORIA DEL MONDO con le sue sconfitte e le sue vittorie, con le sue repentine e imprevedibili innovazioni che ci dimostrerà come, la sorte di una nazione colpita a morte il cui destino sembrerebbe spingerla ormai nell’abisso, possa all’improvviso cambiare, riappropriandosi strepitosamente del proprio futuro, restituendo ai suoi abitanti quella libertà e quella dignità da troppo tempo perduta.

E ricostruire assieme a loro non solo la speranza di un domani a lieto fine colmo di PACE e ARMONIA, ma la concretezza di un percorso stabile, con una nazione solida e governata, questa volta e finalmente per sempre, solo da UOMINI DI BUONA VOLONTÀ.

(GIMS)