Luca Vullo, “Red Zones” oltre il Covid-19

ROMA- Luca Vullo, ambasciatore della gestualità italiana reduce da un tour di grande successo con lo spettacolo La Voce del Corpo, nel quale insieme a sua madre ha letteralmente conquistato l’Asia, torna su Sky TG24 con Red Zones, una docuserie in quattro puntate da lui realizzata e co-prodotta insieme a Emanuele Galloni, Ondemotive Productions Ltd e Videoplugger Ltd.

Regista e produttore cinematografico, regista teatrale, perfomer e coach di comunicazione, Vullo è un professionista in costante movimento, che sforna un progetto dopo l’altro e tutti di grande qualità. Bloccato in Lombardia a causa dell’emergenza Covid, ha saputo fare di necessità virtù. Gli chiediamo di parlarci di Red Zones:

Red Zones è la prima docuserie italiana sulla pandemia e gli effetti del covid19 nelle nostre vite ideata, diretta e montata da me interamente da casa, durante la quarantena vissuta in Lombardia. Una serie di 4 episodi da 25 minuti ciascuno, dove un caleidoscopico coro di voci racconta come il Coronavirus abbia influenzato il nostro stato psicofisico ed emotivo, cambiando il modo di relazionarci e stravolgendo le nostre vite. Tutto parte dall’Italia che, come nel caso del virus, è stato il primo grande porto di approdo, per poi spostarsi altrove nel nostro pianeta, con storie che si ripetono e si ripeteranno, ma che cambieranno di paese in paese in qualche modo, nelle culture, nel modo di reagire, di fare scuola, lavoro, nell’offrire assistenza e supporto umano nei vari paesi.

Luca prosegue il suo racconto, spiegandoci com’è nata l’idea:

– Alla fine del febbraio scorso, mentre mi trovavo a casa della mia ragazza Rossana, in Lombardia, sono stato travolto dalla notizia della pandemia, rimanendo bloccato nella zona rossa per oltre due mesi. Tutto il calendario di eventi professionali (spettacoli, conferenze, spot pubblicitari) pianificati molto tempo prima, è stato immediatamente cancellato, con inevitabili conseguenze finanziarie e psicofisiche. Dopo la paura e la preoccupazione iniziale, il mio meccanismo di difesa ha deciso di convertire un momento di sconforto in creatività, usando il cinema e lo storytelling da documentarista come arte-terapia. Ho dato ascolto alla mia grande passione di raccontare storie e, con la mia sensibilità e il mio stile, ho deciso di rielaborare quello che stiamo vivendo in questa particolare fase storica. La sfida è stata quella di realizzare un film complesso, coinvolgendo tantissime persone da diverse parti d’Italia e del mondo, avendo a disposizione un piccolissimo budget e, soprattutto, restando blindato in casa con una connessione traballante. Dopo essermi confrontato con il mio amico e collega Emanuele Galloni, abbiamo deciso di produrre e realizzare insieme la docuserie Red Zones e, nonostante le difficoltà tecniche e umane dettate dalla particolare situazione, siamo stati aiutati da tanti amici, colleghi e parenti che ci hanno permesso di portare a termine la nostra idea con grande successo e tempismo.

Insomma, una serie sulle “zone rosse” con un taglio trasversale, che coinvolge tutti, dai bambini agli anziani, narrando ciò che sta succedendo alle nostre società  ed entrando nella vita delle persone per raccontare la loro lotta quotidiana:

– Sì – conferma Luca – così davvero possiamo capire cosa si è fatto per contenere la peggiore pandemia degli ultimi tempi, e quali sono le nuove sfide quotidiane da accettare per continuare a vivere e offrire speranza alle nuove generazioni. All’interno, non mancano personaggi noti del mondo del web. Tra questi: i creators Favj e Surry, Daniela Lucangeli, insegnante di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione e Prorettrice dell’Università di Padova, Ernesto Burgio dell’ECERI, lo European Cancer and Environment Research Institute di Bruxelles, l’atleta paralimpica Giusy Versace, il blogger Giovanni Cupidi, scrittore e attivista per la disabilità, il direttore di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio. E poi personaggi noti della cultura e dello spettacolo, imprenditori, famiglie, infermieri, dottori, e tanti altri. Ci sono anche mia madre e mio nipote!

Chiediamo a Luca di spiegarci qual è l’obiettivo del progetto, il messaggio che vuoi trasmettere:

– In un momento drammatico come questo, l’opportunità è quella di fare uscire il meglio o il peggio dell’essere umano e diventa fondamentale ascoltare, ma anche sentire “con pancia e cuore” quello che sta accadendo, per comprendere chi siamo, come ci sentiamo e come stiamo vivendo le nostre vite sulla Terra.

I contributi sono giunti da tutte le parti del pianeta. Attraverso queste testimonianze dirette, Vullo veicola i sentimenti, le difficoltà, le speranze di un mondo in preda allo shock:

– Abbiamo vissuto (e stiamo ancora vivendo) un trauma collettivo, individuale familiare, professionale, economico e geopolitico che non dimenticheremo e che rimarrà impresso sulle nostre anime per molto tempo.  In particolare, mi ha colpito l’elaborazione di questa tragedia da parte dei bambini e dei ragazzi: un aspetto che mi ha veramente toccato in profondità  e, ogni loro testimonianza inserita nel film, si è rivelata importante per la mia crescita umana e professionale. Ma non voglio svelarvi di più! Vi invito tutti a guardare Red Zones su  Skytg24 (sui canali 100 e 500 di Sky, oppure sul Canale 50 del Digitale terrestre, skytg24.it, on demand su sky).

Stefania Del Monte