Ferie all’estero? No. Quest’anno si fa turismo in Italia

Personale di sicurezza con le mascherine controllano l'ingresso di viaggiatori all'aeroporto di Fiumicino
Personale di sicurezza con le mascherine controllano l'ingresso di viaggiatori all'aeroporto di Fiumicino. (ANSA)

ROMA. – Il turismo italiano, che vale oltre il 13% del pil ed è alle prese con la più grossa crisi mai vista, vede una flebile luce in fondo al tunnel anche perché il Belpaese, nonostante il Covid-19, si conferma la più desiderata e ricercata meta internazionale.

Secondo i dati dell’ultimo bollettino realizzato dall’Enit con il Mibact , il turismo italiano potrebbe recuperare una parte delle perdite grazie a quel 40% dei viaggiatori italiani che di solito preferisce fare viaggi all’estero ma che quest’anno resterà in patria.

L’Agenzia nazionale del turismo ammette che la ripresa dell’industria turistica italiana è più “vulnerabile” di quella per la Francia e l’Europa occidentale perché dipende maggiormente dai visitatori internazionali. In particolare, l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso per l’estate, realizza il calo più profondo pari a -81,4%, rispetto al -80,1% della Francia e al -77,5% della Spagna.

Ma al contempo l’Italia con il 40% di viaggiatori di solito “esterofili” ha comunque un potenziale maggiore nella sostituzione dei viaggi domestici ai viaggi outgoing rispetto alla Spagna (28% in uscita) e alla Francia (25%).

Nei primi 4 mesi del 2020 – secondo il bollettino – il traffico aeroportuale internazionale verso l’Italia è diminuito del -64,8%, registrando 655 mila arrivi stranieri negli aeroporti italiani. Nel monitoraggio settimanale alla nona settimana di osservazione sull’andamento degli arrivi aeroportuali nel 2020, le perdite indicano un dato complessivo del -70,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una tendenza discendente costante nella diminuzione della domanda internazionale fermata dal blocco dei viaggi.

Si avverte la mancanza di Paesi di lungo raggio con una diminuzione più evidente delle provenienze dalla Cina che cala del -82% (valore massimo) e dagli Usa (-78,1%), mentre il calo inferiore si registra dalla Russia (-63,3%). Quanto ai pernottamenti internazionali, nel 2020 si stima che il calo si attesterà al -49%, pari a 31 milioni di visitatori, con pernottamenti internazionali inferiori di 108 milioni rispetto al 2019.

Secondo l’Enit è giusto attendersi un recupero degli arrivi dai Paesi vicini dato che rappresentano il 56% del turismo internazionale in Italia. Una ripresa attesa anche in virtù di una tendenziale stabilità dei prezzi praticati dal sistema ricettivo italiano che nel mese di giugno, addirittura, registra un valore mediano nella vendita online di 97 euro per camera.

Ma in termini economici totali, i consumi di italiani e stranieri potrebbero determinare una perdita di 65 miliardi di euro (di cui 21 miliardi dall’estero). Il turismo rappresenta la quarta maggiore categoria di esportazioni dell’Ue e produce effetti positivi per l’economia europea nel suo complesso: per ogni euro di valore aggiunto generato dal turismo si ottiene un effetto indiretto su altre industrie pari a 56 cent supplementari.

(di Cinzia Conti/ANSA)