La Francia sfida il virus, al voto il 28 giugno

Un cittadino con mascherina sotto la Torre Eiffel di Parigi.
Un cittadino con mascherina sotto la Torre Eiffel di Parigi. (ANSA)

PARIGI.  – “La vita democratica debe riprendersi i suoi diritti”: la Francia lancia per la seconda volta il guanto di sfida alla pandemia, mettendo da parte la prudenza e chiamando i cittadini alle urne.

Si vota per il ballottaggio dei sindaci il 28 giugno, anche se molte forze politiche avrebbero preferito rinviare tutto al 2021. Ma il governo ha già pronto il piano B se l’epidemia dovesse ricominciare a crescere.

Era il momento più difficile della pandemia in Francia quando Emmanuel Macron, fra le polemiche, decise di far votare comunque i cittadini il 15 marzo. I malati di Coronavirus si moltiplicavano, le sale di rianimazione esplodevano e le autorità sanitarie premevano per chiudere tutto.

Il lockdown sarebbe scattato meno di 48 ore più tardi ma quella decisione di andare comunque alle urne è stata presa spesso come il símbolo del ritardo di Parigi nel reagire all’emergenza. Quelle elezioni fecero segnare un duplice picco: quello delle astensioni (55%) e quello dei contagi, che esattamente 15 giorni dopo, il 31 marzo, (all’ipotetica fine dell’incubazione), fecero segnare il record francese dell’epidemia, 7.578 in un solo giorno. Molte le segnalazioni di persone che avevano lavorato nei seggi e che si sono ritrovate contagiate.

Oggi il premier Edouard Philippe, annunciando di aver deciso per il 28 giugno nonostante molte voci contrarie nell’opposizione, ha rivendicato la scelta di far votare il Paese quel 15 marzo: “Non si possono annullare delle elezioni alla vigilia del voto”. Ricordando che, comunque, sono stati eletti al primo turno ben 30.143 candidati sindaci.

Il ballottaggio si svolgerà in tutte le principali città di Francia, 5.000 comuni in tutto fra i quali Parigi, dove è largamente favorita la sindaca uscente Anne Hidalgo ma dove il primo turno non è stato decisivo. Il voto si svolgerà in condizioni inedite, fra precauzioni sanitarie eccezionali e dopo una campagna elettorale senza comizi tradizionali ma con un utilizzo importante della rete.

Inoltre, Philippe – che si avvale del parere positivo del Consiglio scientifico – ha avvisato che la decisione presa è “reversibile”: “Dopo aver valutato i pro e i contro – ha detto – pensiamo che la vita democratica debba riprendersi i suoi diritti”.

É pronto un piano B se le condizioni sanitarie peggioreranno al punto da consigliare alle autorità scientifiche e politiche del Paese di rinviare definitivamente l’appuntamento. Con il Consiglio scientifico si farà un nuovo punto della situazione a due settimane dal voto.

Intanto, ha spiegato il ministro dell’Interno Christophe Castaner, “ogni elettore dovrà indossare una maschera protettiva” e portarsi la penna da casa.

E la campagna elettorale non dovrà essere “un fattore di circolazione del virus”: “Bisognerà fare campagna in un modo diverso, con il sistematico rispetto delle precauzioni e privilegiando la comunicazione digitale”.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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