Coronavirus in Italia: dati positivi, ma 34 decessi in Lombardia

Coronavirus in Italia, assembramenti di persone in piazza durante il fine settimana
Coronavirus in Italia, assembramenti di persone in piazza durante il fine settimana. (ANSA)

ROMA. – Continua la tendenza positiva nell’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia e i dati della Protezione civile confermano la tendenza a una riduzione di casi, decessi e ricoveri in terapia intensiva osservata ormai da qualche giorno. L’attenzione continua a essere puntata sulla Lombardia: all’indomani delle polemiche relative a zero decessi segnalati domenica 24, la Regione ha confermato il dato sulla base dei flussi della rete ospedaliera e delle anagrafi comunali.

Oggi però si segnalano 34 morti: una situazione che “va indagata”, ha osservato il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma. È infatti difficile attribuire il passaggio da zero a 34 a una semplice fluttuazione statistica. In generale i numeri dell’epidemia in Italia sono decisamente positivi, come ha rilevato su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza: “In Italia la curva continua a piegarsi dal lato giusto, ma serve cautela e non dobbiamo mai dimenticare che il virus si sconfigge solo con un approccio globale”.

“Nel fine settimana – ha aggiunto – siamo arrivati a 100.000 nuovi casi al giorno nel mondo e 5 milioni e mezzo in totale. Sono numeri impressionanti. Mai così alti”.

I dati della Protezione civile indicano che nelle ultime 24 ore i decessi per Covid-19 sono stati 92, contro l’aumento di 50 di ieri; rallentano anche i contagi, che sono stati 300 più di ieri, quando l’incremento era stato di 531. Zero contagi si registrano in Umbria, Calabria, Molise e Basilicata e nella provincia autonoma di Bolzano. Si riduce inoltre il numero dei malati (1.294 meno di ieri) e scende di 12 unità quello dei ricoverati in terapia intensiva, aumentano i guariti (1.502 in più di ieri).

“Sono dati buoni, come accade ormai da qualche giorno, e questo vale anche per la Lombardia, che resta il punto più delicato”, ha osservato Marinari. “Le cose vanno bene, ma non per questo – ha aggiunto – bisogna ridurre le precauzioni: è importante continuare a comportarsi in modo estremamente ragionevole”. Anzi, proprio per questo serve “un maggiore invito alla prudenza”.

Bisogna infine considerare che si tratta comunque di numeri che fotografano la situazione di due settimane fa e che bisognerà “aspettare 15 giorni per avere la foto della seconda riapertura del 18 maggio”. Tuttavia, ha aggiunto, “è già qualche giorno che le persone sono in giro, se situazione fosse drammatica avremmo visto segni”.

Analoga la posizione del fisico Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, per il quale “tornare a una normalità completa porterebbe alla reinsorgenza del virus. Si spera che le riaperture graduali e la consapevolezza delle persone dell’importanza di comportarsi in modo responsabile, come l’uso delle mascherine e l’evitare luoghi affollati, diano dei risultati”.

È indispensabile, ha aggiunto, tenere alta la guardia in questa delicatissima fase di riapertura e continuare a tutelare le fasce più deboli della popolazione, come le persone di oltre 65 anni, quelle che hanno problemi di obesità, respiratori, cardiaci o comorbidità: “Per loro – ha rilevato l’esperto – è particolarmente importante continuare a essere molto attenti”.

La prudenza è d’obbligo e bisogna tenere alta la guardia: sono i diversi i segnali da considerare, a partire dall’indice di contagio Rt all’aumento dei ricoveri, dei decessi e dei tamponi.

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