Amarcord, motori: un giorno come oggi moriva Palazzese

Ivan Palazzine a bordo della sua moto del team Venemotos
Ivan Palazzine a bordo della sua moto del team Venemotos

CARACAS – Tra i centauri c’è una frase famosa: “Il cuore di un motociclista non si misura in pulsazioni, ma in numero di giri”. Anche il cuore dell’italo-venezuelano Ivan Palazzese sicuramente funzionava cosí.

Il 28 maggio del 1989, sulla pista di Hockenheim durante il GP di Germania perse la vita il centauro italo-venezuelano. Allora Palazzese aveva 27 anni.

Palazzese nasce ad Alba Adriatica (Teramo) il 2 gennaio del 1963. Quando aveva due anni i suoi genitori emigrano in Venezuela, dove sboccia la sua passione per le motociclette.

Stando a quanto ci é stato riferito dal collega Ottavio Estrada al centauro nato ad Alba Adriatica piacevano i colori e lo dimostrava con le decorazioni sui suoi caschi. Ne cambiava due o tre a stagione.

“Il talento ed il coraggio di Ivan erano incomparabili. A questo aggiungi le sue nozioni in meccanica un plus che in pochi avevano. Possiede ancora il record del pilota più giovane ad essere salito sul podio in una gara del motomondiale”. – ci spiega Ottavio Estrada, aggiungendo – “Quel giorno arrivò alle spalle di Ángel Nieto e Tony Mang, era il suo esordio durante il GP del Venezuela nel 1977 nella classe 125. Allora Palazzese aveva appena 15 anni, due mesi e 18 giorni”.

Durante la sua carriera, il pilota abruzzese non ha mai nascosto di essere molto superstizioso e non ha mai nascosto la paura di morire in pista. Ma questo timore non ha mai influito nel suo stile di guida, anzi la sua abilità in sella alla moto l’ha catapultato giovanissimo tra i protagonisti del motomondiale con la scuderia venezuelana Venemotos dove aveva come compagno di squadra un certo Carlos Lavado.

A causa dell’età, per il tanto desiderato esordio nel Campionato del Mondo di Motociclismo dovette attendere fino al 1980. L’anno successivo, quando lo spagnolo Nieto padroneggiava nel Mondiale, l’italo-venezuelano dimostrava che poteva essere la spina nel fianco del centauro di Zamora.

Il suo anno migliore è però il 1982, quando vince due Gran Premi in 125 (Svezia e Finlandia) piazzandosi al terzo posto nella classifica iridata, dietro alle Garelli di Ángel Nieto ed Eugenio Lazzarini. Ma questo giovane puntava in alto, ha gareggiato anche nella 250 cc, ma in questa categoria non ebbe tanta fortuna. Nel quarto di litro sono state tante le cadute, quella che molti tifosi ricordano avvenne sulla pista di Jarama (in quel momento era nelle prime posizioni) e a Monza (durante l’ultimo giro quando stava lottando per la vittoria). Nella gara andata in scena sull’autodromo lombardo l’incidente avvenne dopo uno scontro con ‘Sito’ Pons.

Poi, la mancanza di risultati e la difficile convivenza con il connazionale Carlos Lavado costerà a Palazzese il licenziamento dal team Venemotos a metà 1985.

Durante le pause lavorava nella ditta di familia fino alla chiamata dell’Aprilia nella stagione 1989.

Divenuto ufficiale Aprilia per la stagione 1989, il 28 maggio di quell’anno, durante il secondo giro del GP di Germania, ad Hockenheim, si scontra accidentalmente con Fabio Barchitta nel tentativo di evitare l’austriaco Andreas Preining, caduto a causa di un grippaggio.

Quel giorno, il fato frantumò il sogno del bambino prodigio delle due ruote.

(di Fioravante de Simone)

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