Regolarizzazione migranti, nuova era per gli ‘invisibili’

Braccianti immigrati carichi di fagotti in cammino.
Braccianti immigrati carichi di fagotti in cammino.

ROMA. – E’ un giorno nuovo per gli ‘invisibili’. Con l’entrata in vigore del decreto rilancio, infatti, si è aperta alle 7 di  mattina la finestra per la presentazione delle domande per la regolarizzazione dei lavoratori in nero. Datori di lavoro e dipendenti avranno tempo fino al 15 luglio per poter regolarizzare posizioni e contratti.

Il decreto coinvolge, per il momento, solo alcuni settori (dall’agricoltura all’assistenza alle persone fino al lavoro domestico) ma sarebbe intenzione del governo estendere la norma ad altre attività, come richiesto anche da associazioni e sindacati.

“Si può sempre fare di più, adesso partiamo con queste misure poi il percorso parlamentare potrà migliorare la proposta che noi abbiamo avanzato”, ha detto la ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, che proprio durante la presentazione del decreto non è riuscita a trattenere le lacrime di commozione per un provvedimento che – ha sottolineato – permette di “garantire un lavoro dignitoso ai migranti, persone che in questi anni non solo sono state dimenticate ma ghettizzate”.

“Faccio un appello alle istituzioni, alle organizzazioni sindacali, a quelle degli imprenditori e al mondo del volontariato – ha aggiunto la ministra -, di far sapere a questi cittadini che vengono da un’altra parte del mondo che oggi possono uscire dall’invisibilità, chiedere un permesso di soggiorno dando un’opportunità alle imprese e alle famiglie che li impiegano come colf e badanti di farli lavorare in modo regolare”.

Il decreto rilancio, infatti, consente da un lato ai datori di lavoro di sottoscrivere nuovi contratti subordinati o di mettere in regola i propri dipendenti, dall’altro agli stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre di chiedere nuovo permesso della durata di sei mesi.

La Coldiretti, dal canto suo, ritiene “necessaria subito una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e aprire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati”.

Per i coltivatori diretti è importante, in questo senso, la riapertura delle frontiere italiane dal 3 giugno ai cittadini europei senza obbligo di quarantena. Una decisione che si traduce con il possibile ritorno dei circa 150 mila lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi europei e dell’area Schengen rimasti fino ad ora bloccati per la pandemia, mentre per quelli extracomunitari occorrerà attendere il 15 giugno.

Secondo le stime della Coldiretti, infatti, più di un quarto della tavola made in Italy viene raccolto nelle campagne da mani straniere, con 370 mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore primario.

(di Domenico Palesse/ANSA)