Mafia, colpo al mandamento nel ‘cuore’ di Riina

Frame video della Polizia di Stato.
Frame video della Polizia di Stato. (ANSA)

ROMA. – Totò Riina diceva che la Noce era “nel suo cuore”. Un quartiere dove la tradizione mafiosa si tramanda da sempre attraverso gesti simbolici. Come l’investitura del nuovo campo mandamento Salvatore Alfano da parte di Settimo Mineo, il boss che voleva ricostituire la cupola mafiosa.

Il 7 maggio del 2018 Mineo baciò in bocca Alfano dopo essere andato a trovarlo nella sua concessionaria di moto in piazza Principe Camporeale. Una scena degna del film “Il padrino”, che ufficializzava la consegna dello scettro mafioso al nuovo “re” della Noce. A lui si rivolgevano tutti per una richiesta o un consiglio: uno sconto sul “pizzo”, i lavori di posa dei cavi della fibra ottica, il conseguimento della patente o la ricerca di un lavoro.

Tutto documentato da microspie e telecamere piazzate nel negozio di moto dove si svolgevano anche summit mafiosi. E’ quanto emerge dall’operazione “Padronanza” della squadra mobile di Palermo che si è conclusa con l’arresto di 11 presunti affiliati alla cosca, compreso il nuovo capomafia. L’inchiesta della Dda fa luce sugli affari del mandamento nel “cuore” di Riina: estorsioni a tappeto, controllo dei parcheggiatori abusivi, dei venditori ambulanti, perfino dei giostrai.

Negli ultimi tempi il clan si era infiltrato anche nel settore delle intermediazioni immobiliari e si accingeva a sfruttare l’emergenza sociale legata al coronavirus. A sottolinearlo è il questore di Palermo Renato Cortese, che rivolge un appello a imprenditori e commercianti: “In questa fase di ripresa, dopo un lungo lockdown – spiega – sappiamo che i mafiosi si stanno presentando per richiedere il pizzo, per questo invito tutti a ribellarsi. Tornare a pagare farebbe perdere il terreno che abbiamo conquistato in questi anni”.