Moda: una stagione normale non prima del 2022

Manichini con indosso vestiti all'ultima moda.
Manichini con indosso vestiti all'ultima moda.

MILANO.  – La moda potrebbe non vedere una stagione “normale” dopo la pandemia da coronavirus prima del 2022 e la preoccupazione per la tenuta occupazionale va da sé.

La convinzione che oltre alla primavera-estate 2020, bloccata dal lockdown, saranno ancora difficili il prossimo autunno-inverno, ma pure le due stagioni successive nel 2021 è di Claudio Marenzi, azionista di Herno, intervenuto come presidente di Confindustria moda all’online Fashion e luxury talk di Rcs Academy “Moda, Pil e lavoro”.

“Oltre a crisi una sanitaria – ha affermato – è una crisi di consumi: della domanda e non dell’offerta. La moda è un settore industriale e come tale ha dei problemi”. Difficoltà  che riguardano un comparto che, come ha ricordato, fattura 97 miliardi l’anno, con oltre 600.000 posti di lavoro diretti e più di 1 milione con l’indotto, per un totale di quasi 50.000 aziende, con una media di 20-25 dipendenti, dunque molte piccole.

Da Renzo Rosso, fondatore di Diesel e presidente di Otb, è arrivato così l’appello al finanziamento di filiera, col governo a dare soldi alla grande impresa, cui toccherebbe “distribuirli, evitando la burocracia ai piccoli, che non la sanno fare e vengono strozzati dalle banche con interessi fino al 6-7-8%”. E per risolvere il problema di avere un’influenza sul governo la strada che individua è quella di unire le forze.

“Faccio parte della Camera della moda e stiamo cercando di mettere insieme i brand, con Carlo Capasa, il presidente. Entrare in Confindustria moda può essere soluzione, l’importante è creare qualcosa di forte” ha detto.

Dal punto di vista del mantenimento dell’occupazione sono arrivate intanto le preoccupazioni di Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filctem Cgil. “Anche il governo – ha sostenuto – deve fare una grossa parte, mettendo in campo un’estension degli ammortizzatori sociali. Pure dov’è ripresa la produzione – ha spiegato – stanno finendo l’inevaso, perché non c’è ripresa sui mercati”.

Fuori dal coro Brunello Cucinelli. “Servono coraggio, umiltà e tanti soldi, perché è un problema congiunturale, il mondo non finisce qui”.

Temi legati alla pandemia, crisi a parte, sono le mascherine e i prodotti monouso in generale. Per le mascherine “l’accordo di Confindustria moda e Governo – ha riferito Marenzi – è stato su quelle per la collettività, lavabili, che vanno bene per chi va al supermercato o al lavoro, e non c’è prezzo calmierato: parte dai 2 o 3 euro. Quelle a prezzo calmierato sono quelle chirurgiche”.

(di Claudia Tomatis/ANSA)