ArcelorMittal chiede la Cig per 8.157 dipendenti

Un momento dello sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e negli altri siti del Gruppo ArcelorMittal, Taranto,
Un momento dello sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e negli altri siti del Gruppo ArcelorMittal, Taranto,nel novembre 2019. ANSA/ RENATO INGENITO

TARANTO.  – La richiesta di proroga della Cassa integrazione ordinaria per 8.157 dipendenti dello stabilimento di Taranto agita la vigilia della presentazione del nuovo piano industriale di ArcelorMittal. Domani scade il termine di 10 giorni concessi dal governo, che si è già dichiarato disponibile a coinvestire nella nuova compagine societaria, ma non c’è ancora una convocazione da parte del Mise.

“Le parole – osserva il leader della Uilm Rocco Palombella – sono importanti ma poi sono i fatti che contano: se da una parte si sollecita la tranquillità, dall’altra si tengono le carte coperte. Io temo che si voglia nascondere qualcosa, che sia in arrivo una doccia fredda”.

Oggi, intanto, il direttore del personale di ArcelorMittal, Arturo Ferrucci, ha inviato alle organizzazioni sindacali la comunicazione relativa alla nuova richiesta di proroga, a partire dal 6 luglio prossimo, della Cassa integrazione ordinaria, questa volta non con casuale Covid, per un massimo di 8.157 dipendenti dello stabilimento di Taranto, ovvero per “l’intero organico aziendale al netto della struttura dirigenziale”.

Nel documento, a differenza di altre occasioni, non è indicata la ripartizione del personale interessato e si parla di “un periodo presumibile di 9 settimane”.

Nell’incontro in videoconferenza del 25 maggio scorso, alla presenza dei ministri Patuanelli, Gualtieri e Cataldo, l’Ad Lucia Morselli aveva confermato gli impegni della multinazionale dell’acciaio a “mantenere l’integrità degli impianti di Taranto e la sua importanza a livello europeo”. L’azienda, che in base agli accordi con il governo ha facoltà di mollare l’ex Ilva a novembre pagando una penale, ora spiega nella richiesta di Cigo di trovarsi “nelle condizioni di dover procedere a una riduzione della propria attività produttiva a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19 ancora in atto”.

E che gli effetti della pandemia continuano “ad avere riflessi in termini di calo delle commesse e ritiro degli ordini prodotti, considerato altresì il blocco di parte delle attività produttive, manifatturiere, distributive e commerciali che hanno reso difficilissima, peraltro, anche la chiusura degli ordini e delle fatturazioni”.

ArcelorMittal, secondo Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi, “continua a trincerarsi dietro gli ammortizzatori sociali, il governo debe intervenire subito, non può rimanere alla finestra o addirittura ancora al primo tempo”. Per Francesco Brigati della segreteria territoriale Fiom Cgil “quello che sta accadendo è assurdo. Si prendono decisioni sulla pelle dei lavoratori e l’azienda continua a non fornire risposte”.

Il segretario nazionale della Uilm Palombella è categorico: “mi rifiuto – afferma – di pensare che il Mise apprenderà del piano industriale via email. Spero che non ci aspetti una sorpresa. Aspetteremo fiduciosi fino a lunedì, poi chiederemo ufficialmente un incontro per mettere la parola fine alla vertenza e conoscere quali siano le reali intenzioni di Mittal. Mi auguro che il governo non faccia, come ha fatto fino ad oggi, da spettatore”.

(di Giacomo Rizzo/ANSA)

Lascia un commento