Vertice a Londra, 8,8 miliardi per i vaccini

Personale scientifico al lavoro in un laboratorio in Israele.

LONDRA.  – L’obiettivo più concreto, la raccolta di almeno 7,4 miliardi di dollari in più, è stato raggiunto e ampiamente superato fino a quota 8,8. Ma per risolvere divisioni e contrasti emersi in seno alla comunità internazionale durante la devastante emergenza coronavirus di questi mesi difficilmente potrà bastare il summit globale sui vaccini, organizzato oggi dal governo britannico in favore di Gavi Alliance: alleanza internazionale di governi, organismo internazionali (dall’Onu all’Oms), soggetti privati e donatori miliardari fra cui, in prima fila, Bill Gates.

Un passo avanti, comunque, suggellato da un appuntamento al quale hanno preso parte in forma digitale leader o ministri di 50 paesi, fra impegni vecchi e nuovi sullo stanziamento di fondi volti a rafforzare il programma internazionale di vaccinazione e immunizzazione sostenuto dal sodalizio.

Dall’anno della sua fondazione, nel 2000, Gavi Alliance, ha messo insieme quasi 10 miliardi di dollari destinati alla distribuzione di vaccini ai bambini, soprattutto nelle aree più povere del mondo: denaro che nei prossimi 5 anni dovrebbe quasi raddoppiare.

Un esempio di quello “spirito di collaborazione”, come l’ha definito il premier e padrone di casa Boris Johnson, indispensabile per combattere emergenze sanitarie come il Covid-19: “nemico invisibile” da cui lui stesso è sfuggito per il rotto della cuffia, dopo esserne stato contagiato in prima persona a marzo.

“Per sconfiggere il coronavirus dobbiamo concentrare il nostro ingegno collettivo nella ricerca di un vaccino”, ha auspicato l’inquilino di Downing Street, annunciando l’impegno britannico a donare alla causa oltre due miliardi di dollari nei prossimi 5 anni e far diventare il suo governo principale contributore della Gavi.

Uno slancio condiviso da numerosi altri paesi: dalla Germania (600 milioni) alla Francia, dalla Spagna (50) alla Norvegia (400) fino alla Ue (300) e all’Arabia Saudita (150). Donald Trump s’è limitato a inviare un video-messaggio di sostegno all’amico Boris dopo la rottura Usa in chiave anti-cinese con l’Organizzazione mondiale della sanità; mentre il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato l’innalzamento dello sforzo italiano sino al 2030 per un importo totale di 287,5 milioni di euro.

“Questi contributi sono un segnale concreto della nostra volontà di continuare a investire in un efficace multilateralismo, in cooperazione internazionale e solidarietà – le parole del video-intervento di Conte -. Intendiamo mettere questi valori al centro della nostra presidenza del G20 nel 2021”.

Dalla somma di 8,8 miliardi di dollari raggiunta a fine giornata – e ufficializzata non senza orgoglio da Johnson dopo l’incoraggiamento iniziale anche del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres – 2 miliardi verranno stanziati per l’acquisto di vaccini contro il coronavirus, non appena fossero disponibili. In modo da permetterne la donazione ai paesi più poveri e garantire quell’accesso a tutti che Guterres ha invocato come un dovere morale, oggi più che mai, al di là degli investimenti, degli interessi e dei profitti dei colossi farmaceutici: attori chiave, sempre ben presenti sulla scena.

“Per sconfiggere la pandemia di Covid-19 il mondo ha bisogno di qualcosa di più che una svolta scientifica, serve una svolta di generosità. Ed è quello a cui abbiamo assistito oggi”, ha del resto affermato a suggello della giornata Gates, patron di Microsoft e donatore privato di punta pure della Gavi, non senza denunciare come un ostacolo e un pericolo per le vite umane da salvare “la pazzia” delle teorie del complotto alimentate dai social media.

Pronto da socio fondatore dell’alleanza, tramite la Bill & Melinda Gates Foundation, a sostenerne da solo il programma di vaccinazioni con 1,6 miliardi di dollari.